domenica 28 luglio 2013
I Vecchi - poesia di Costantino Simonelli
S’illimpidisce lo sguardo
tra vecchie case e nuovo sole
e poi si rannuvola
e ti solletica il pensare
l’alitare impercettibile
di foglie gialle
e foglie ancora appena verdi,
ultime inquiline di rami
intorpiditi e stanchi.
E’ virtù il silenzio apparente
delle cose
ed è un messaggio che irride
al tuo maledetto affaccendarti
Dov’è che io possa acquistare
a buon mercato
scampoli, saldi d’eternità?.
o anche solo la loro illusione ?
E poi… e poi…
c’è un gioco che vale la pena
di giocare fino in fondo?
Ma forse è meglio acquietarmi
nella sembrata pace
d’esistenze più semplici
come l’immagine
che mi si para davanti:
vecchi,
stirati e stupiti dagli anni
che colgono
del giorno il languore
che si raccontano storie di ieri
come fossero storie di oggi.
Il tiepido sole
è l’unico luogo per vivere
e il ricordo l’unico tempo accettabile.
Tutto il resto
è una male assaporata finzione
con un sottile retrogusto d’ingiustizia.
I vecchi
sono gente che campa ad oltranza
e a volte sfastidiano ,
come i bambini.
In questa immagine che ho davanti
sono proprio come i bambini
che si chiamano e s’incontrano
per giocare.
E, come i bambini,
han sempre paura
che qualcuno li sgridi
che qualcuno dica loro
di farsi da parte.
Se domani uno di loro
non dovesse venire
nel solito ritrovo
non è poi più tanto diverso.
S’è solo avviato per primo
nel nuovo luogo di giochi.
Gli altri verranno d’appresso.
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