tag:blogger.com,1999:blog-12738720319839846792024-03-13T15:07:46.207+01:00Associazione Culturale Le Madie Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.comBlogger89125tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-45652704679540197012014-09-21T11:10:00.000+02:002014-09-21T11:14:15.662+02:00Laboratorio di lettura del 20.9.2014<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-1aHz95YD_4A/VB6Tmn3bWRI/AAAAAAAAA0Q/2ZXBP_CKjc0/s1600/LETTURA-229x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-1aHz95YD_4A/VB6Tmn3bWRI/AAAAAAAAA0Q/2ZXBP_CKjc0/s1600/LETTURA-229x300.jpg" height="320" width="244" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">In sei, nell'affettuosa accoglienza di casa Podella, abbiamo letto e commentato i seguenti testi</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">- Ahimè! Ah Vita! - poesia di Walt Whitman</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">- Storia dell'indeciso, da La taverna dei destini incrociati di Italo Calvino</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">- Genitori e figli nella fede, articolo, card. Jean Marie Lustiger.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Prossimo laboratorio di lettura, giorno 4 ottobre alle ore 17,30. Chi fosse intenzionato a parteciparvi può inviare una mail a mafaf@libero.it.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><span style="background-color: white; line-height: 18.2000007629395px;"><br /></span></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><span style="background-color: white; line-height: 18.2000007629395px;"></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-72053274329852628462014-03-11T07:06:00.000+01:002014-03-11T07:06:03.623+01:00Maledetto Sud di Vito Teti - Recensione di Teresa Caligiure<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-WSYJboVtaTY/Ux6nhzNnzKI/AAAAAAAAAz0/A9dXlii8Tkc/s1600/Copertina+Maledetto+Sud.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-WSYJboVtaTY/Ux6nhzNnzKI/AAAAAAAAAz0/A9dXlii8Tkc/s1600/Copertina+Maledetto+Sud.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> Maledetto Sud (Torino, Einaudi, 2013; disponibile anche in e-book), l’ultimo libro di Vito Teti, ordinario di Antropologia Culturale all’Università della Calabria, è un contributo che, si può esserne certi, di qui in avanti sortirà numerosi dibattiti, poiché si interroga con onesta apertura intellettuale sulle scomode realtà del Meridione che rischiano di essere sopite da passive accettazioni.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;"> L’antropologo, mediante una lucida analisi sul Mezzogiorno d’Italia, dagli anni dell’Unificazione ad oggi, rileva gli innumerevoli volti, le logiche contrastanti e le distorte immagini che caratterizzano il Sud. Senza scendere a patti con provincialismi e infeconde polemiche, l’autore delinea l’identità meridionale in relazione alla storia passata, per ridiscutere gli stereotipi ormai accreditati da tempo, che hanno gremito la letteratura sull’Italia meridionale e si sono affermati fin dal XVI secolo, ancor prima «dell’invenzione di un Meridione nell’Italia unita».</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">A tal proposito sono esplicativi i provocatori titoli dei capitoli che compongono il libro, in quanto sintetizzano gli appellativi attribuiti spregiativamente agli italiani del Sud: Oziosi e lenti, Sudici, Maledetti, Melanconici, Briganti, mafiosi, camorristi e ‘ndranghetisti, Pittoreschi. Teti ricostruisce molto bene l’originarsi e il diffondersi di tali raffigurazioni ed analizza, tra gli altri, il fenomeno dell’assistenzialismo, degenerazione apostatica dell’ozio, antitesi dell’antica fatica dei contadini che lottavano giornalmente contro la fame, e oggi manifestazione dell’alto tasso di disoccupazione dei giovani in perenne attesa di un impiego, presupposto che favorisce l’asseufazione alle logiche servili e delinquenziali delle raccomandazioni. </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Si sofferma sulla tematica della sporcizia, per la quale negli anni passati venivano emarginati gli emigrati e i contadini, che però un tempo potevano vantarsi di vivere in un Sud ricco di sorgenti, coste e mari puliti. L’autore pone in rilievo le furbizie di coloro che usufruiscono di contributi senza averne il diritto, dei falsi invalidi, degli impiegati assenteisti, dei parassiti che gabbano lo Stato, evidenziando le responsabilità dei dirigenti locali e nazionali. Ma in tal modo, asserisce Teti, si imbroglia primariamente se stessi e poi gli altri, per cui «la maledizione continua ad avverarsi e i meridionali non riescono ad uscire dalle trappole che sono state loro create e che si sono creati». <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-11350585687691430802014-02-27T10:51:00.001+01:002014-02-27T10:53:06.828+01:00Ero Maddalena di Cinzia Demi - Riflessioni di Angela Caccia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-b7nqDiy2Q8g/Uwpf7rRu1fI/AAAAAAAAAzo/ZvhgAZcQIzw/s1600/DEMI+COP+Maddalena.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-b7nqDiy2Q8g/Uwpf7rRu1fI/AAAAAAAAAzo/ZvhgAZcQIzw/s1600/DEMI+COP+Maddalena.jpg" height="320" width="226" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
<br />
Un pensiero unico che si srotola su note ora allucinate e vaneggianti, ora nostalgiche delicate. Oltre la bontà di una poesia limpida – indubbia la generosità dell’autrice: particolarmente gravoso il carico emotivo per entrare nella pelle del personaggio – la destrezza della Demi sta nel condurre il verso sul filo di un pathos che oscilla dalla dolcezza estrema all’estremo struggimento: è anche in questo “troppo”, sapientemente retto e mantenuto alto, la bellezza del libro.<br />
<br />
Un verso che fruga come una mano nel lettore e ne smaga gli angelismi e le melasse di una fede fiabesca. Se tutti i salmi finiscono in gloria, ogni gloria ha un calvario che non si può non soppesare - o peggio, dribblare - per potersi dire credenti consapevoli della propria fede<br />
<br /><i>
come la croce<br />
che incontro sempre<br />
nei rami dell’ ulivo<br />
<br />
nel declivio del monte<br />
al crocevia di un passaggio<br />
messaggio sacro o profano che sia</i></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Radiale il contenuto di ogni verso - si apprezzano molto i rimandi a pensieri ancora più alti - quasi un’implicita denuncia alle cancrene di questo tempo. <br />
Nella nostra “modernità liquida” che ha perso il senso del tempo, dove il dinamismo è un disvalore perché non disgiunto da una sorta di frenesia (Zygmunt Baumann); in questa “cultura dell’adesso” (Stephen Bertman) fondata su un equilibrio emotivo effimero che preclude così la lenta e densa costruzione della persona, si affida la verità ad un flusso di emozioni si affida e questa, non agganciandosi a nulla di oggettivo, risulta autoreferenziale, poco attendibile, si sbriciola.<i> Come la ragnatela – </i>scrive Sandra Harding<i> -, il ragno la elabora da se stesso, la fa uscire e disegna un'armonia, un altro ragno la disegna in altro modo, passa un colpo di vento, e tutto crolla,</i> così la Maddalena della Demi afferma la sua conquista<br />
<br /><i>
posseggo un solo ricordo<br />
misuro un solo cammino.</i><br />
<br />
La sua verità in Cristo, un tutto, un assoluto inconfutabile che si fa chiarezza progetto cammino, il punto di fuga della vita stessa. Vita e verità, ampiezze sovrapponibili, estensioni dall’unica sorgente. Interessante, a riguardo, il filosofo russo Pavel Aleksandrovič Florenskij - (attraverso la relazione di Graziano Lingua all’Istituto Banfi) : <i>La parola istina [verità], secondo Floreenskij, contiene un legame inscindibile con la dimensione ontologica dell'esistere: la radice da cui deriva è infatti est' (infinito del verbo essere) e seguendo le osservazioni del linguista V.I. Dal', si può affermare, secondo Florenskij, che "tutto ciò che è, è istina".<br />
Più ancora, indagando ulteriormente l'etimologia di est' si scopre che essa deriva dal radicale es (as in sanscrito, da cui asmi e asti) che nella sua fase più antica significava respirare (hauchen e atmen in tedesco). "Il respiro era sempre ritenuto il segno principale della vita, anzi l'essenza stessa della vita. Tuttora alla domanda: "Vive?", di solito si risponde: "Respira", come se si trattasse di un sinonimo". La verità è quindi la vita.</i> </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Ma torniamo alla preziosità di questo libro che “purtroppo” spinge oltre e incoraggia digressioni. Il virgolettato, di fondo, rivela la fortuna del testo e la sapienza dell’autrice che in un verso - a volte, in una sola parola - dà il giusto input al pensiero che scopre attualità implicite e correlate: la devozione senza fede, il conflitto fede ragione, e poi la donna oggetto… come non trovare in questi versi la frustrazione tutta al femminile, di oggi di sempre, di fronte l’aridità di certi maschi che si possono indicare solo attraverso il genere perché infangano l’appellativo di ‘uomini’...<br />
<br /><i>
somiglia alla mia vita<br />
la sua (rosa) recisa dalla pianta<br />
confusa con altre uguali<br />
<br />
un profumo che ha stordito<br />
chi l’ha scelta accarezzata<br />
abbandonata dimenticata<br />
<br />
domani domani chi la troverà<br />
magari la getterà appassita<br />
smarrita in lei ogni bellezza</i> </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Una nota a parte merita il ritornello in corsivo che si ripropone con lo stesso incipit </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i>“è un nome che cerco”</i></span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">quasi a sostenere e accentuare il pathos dei versi che lo hanno preceduto. Ricorda il coro delle tragedie greche, pare assurgere come un personaggio collettivo che partecipa al dolore smisurato della Maddalena, la voce di tanti che, come lei, hanno intravisto una luce ineguagliabile e vi si avvincono, attratti<br />
<br /><i>
e Lui che mi sorride<br />
con la sua mano tesa Lui<br />
che cambia la mia storia<br />
<br />
o almeno che ci prova<br />
Lui che sale e scende fuori<br />
mentre dentro è smarrimento</i> </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Resta da capire il significato la sostanza la funzionalità di quella luce di cui la ragione continua a minacciarne la veridicità senza approdare mai ad alcuna risposta che la confermi o la smentisca. Fino a quando la nostra dose di Maddalena in un sussurro suggerisce di cambiare prospettiva. È in quel movimento lento della conversione che giunge la chiave di lettura: l<i>e cose umane bisogna capirle per poterle amare, mentre le cose divine bisogna amarle per poterle capire. (Pascal).</i><br />
<br />
E lei ha amato tanto ...<br />
<br />
<br />
</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-17693202893269362132014-02-23T21:58:00.000+01:002014-02-23T21:58:14.321+01:00Ero Maddalena di Cinzia Demi - Recensione di Dante Maffia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-b7nqDiy2Q8g/Uwpf7rRu1fI/AAAAAAAAAzk/NatOY-QuNbg/s1600/DEMI+COP+Maddalena.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-b7nqDiy2Q8g/Uwpf7rRu1fI/AAAAAAAAAzk/NatOY-QuNbg/s1600/DEMI+COP+Maddalena.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> Cinzia Demi è un vulcano però capace a volte di rendersi quasi invisibile, di filtrare l’irruenza attraverso note sottili scandite con leggerezza, con graffi apparentemente impercettibili e che poi invece lasciano il segno, un segno scomodo quanto la materia trattata.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Certo, ci vuole coraggio nell’affrontare un argomento visitato e rivisitato nei secoli a piene mani da autori di ogni genere e da pittori famosi: il peso iconografico è notevole, ma Cinzia è andata avanti senza scomporsi, senza badare a ciò che la figura di Maddalena è stata nell’immaginario comune. Ed ecco Ero Maddalena, poemetto che ritrae un mondo finalmente fuori dai canoni, che ricrea una figura lontana nel tempo ma così attuale nella psicologia, nei gesti, nelle parole, nel suo essere donna.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">La Prefazione di Gabriella Sica e la Postfazione di Rosa Elisa Giangoia hanno tracciato il senso di un mutamento con precisione. Maddalena è innanzi tutto “una donna che nel buio della notte vede la luce”. Da qui il rovello della poetessa per rendere efficacemente la condizione di chi da peccato deve transitare nella resurrezione.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Comunque non c’è nulla di chiesastico in questo libro che si muove scintillante e arioso, con versi che, pur nella dizione della brevità, hanno sapore di teatro:<br />
<br />
“chiamarmi Maria Maria<br />
ma io non ci credevo<br />
neanche ci pensavo<br />
<br />
il vortice di luce<br />
era così eterno e vero<br />
eutanasia d’ogni ragione”.<br />
<br />
Un piccolo esempio di come Cinzia Demi fa muovere Maddalena il cui dramma non resta legato alla sua persona ma si libera vero l’universo per far conoscere a tutti che si può far cambiare la rotta ai venti.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Libro godibile e al tempo stesso contundente, ricco di fermenti, di istanze nuove, di quel lievito che sa dare alle parole i sussurri del misterioso viaggio verso la rifondazione dell’essere.<br />
<br />
Dante Maffia<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-33999298576619395862014-02-19T06:44:00.003+01:002014-02-19T06:44:45.568+01:00Cristalli di sale - poesia di Margherita Celestino<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-LN7-n3tOSnk/UwREiEBDK6I/AAAAAAAAAzU/_J31fsNwoS8/s1600/sale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-LN7-n3tOSnk/UwREiEBDK6I/AAAAAAAAAzU/_J31fsNwoS8/s1600/sale.jpg" height="205" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><br /></span>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Vado inciampando</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">ognora</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">sui cristalli di sale</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Inariditi,</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">ammucchiati</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">davanti alla soglia</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">del tuo cuore</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">se accendi la speranza</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">torneranno</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">ad essere</span></span></div>
<div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">lacrime di gioia.</span></span></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">
<div style="text-align: center;">
<span style="line-height: 24px;"><br /></span></div>
<br />
<a name='more'></a><br />
</span><br />
<br /></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-62176081393292325282014-02-09T07:57:00.001+01:002014-02-09T07:57:05.639+01:00Gesù secondo Rondoni - Recensione di Marco Dalla Torre<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-rVhoVZbJg9E/UvcmU-bvWBI/AAAAAAAAAy8/b5PE7VVIgNA/s1600/copertina+Gesu.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-rVhoVZbJg9E/UvcmU-bvWBI/AAAAAAAAAy8/b5PE7VVIgNA/s1600/copertina+Gesu.jpg" height="320" width="197" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> DAVIDE RONDONI, Gesù. Un racconto sempre nuovo, Piemme, Milano 2013, pp. 346, euro 17,50, EAN: 9788856625684<br />
<br />
Un testo – quello dei Vangeli – tanto denso e misterioso, contemplato da milioni di uomini, di cui non si raggiunge il fondo non dico in apnea, ma neppure con le bombole.<br />
Un azzardo, quello di Rondoni? Ancor più una necessità (lui stesso lo diceva, in un incontro mesi fa): perché quella di Gesù è una storia presente, che dialoga da dentro con ogni uomo.<br />
Anche per questo, una sfida; perché il testo è destinato a confrontarsi all’idea che ognuno si è fatto al meditarlo. E certi avvenimenti, figure o particolari ineluttabilmente saranno percepiti e descritti in maniera diversa e personale.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">«Lui voleva un Dio giovane. Un Dio che brucia il cuore, non una noia» (p. 326). Così pensava Nicodemo prima di incontrare Gesù, quando si sentiva insoddisfatto dalle diatribe legalistiche del Sinedrio. Un pensiero di tutti, anche se forse per tanti inespresso. Certamente così è stato il Gesù reale. E Rondoni riesce a renderlo con efficacia. Con stile alto e tagliente, e proprio per questo accessibile a tutti.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Per lo più – come è comprensibile – l’autore non si addentra nei pensieri e nelle emozioni del Dio fatto uomo, ma lo osserva con lo sguardo di chi gli sta intorno. In particolare i Dodici, ben caratterizzati e di cui risalta la profonda stima e intesa reciproca, al di là di ogni discussione. Ma che, loro per primi, sono impegnati in un percorso arduo, per “capire davvero” questo loro Maestro; che in molti momenti rimane enigmatico, seppur amatissimo. Un sentimento che molti – forse tutti – siamo costretti a provare.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Loro, che gli sono accanto, scommettono su di lui. E Filippo ragiona: «Ma lui l’altro giorno ha detto: “il centuplo”. Ha detto proprio così. Con me avrete il centuplo. Di tutto. I Giudei sono veloci a fare di conto. È un buon ricavo. Ma di cosa… […] Sono cento volte… più contento… pensa o forse mormora l’uomo seduto e spettinato. Da due anni e mezzo giriamo insieme a lui e sì, sono cento, mille volte più vivo. Più massacrato e più vivo. Più peccatore (chi se n’accorgeva di certi peccati prima…) e più beato» (p. 263).</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Il sottotitolo è: «Un racconto sempre nuovo». Non nel senso di ‘sempre nuovamente raccontato’ (come è, nobilmente, di tanti classici), ma nel senso che – pur storicamente data e conclusa la sua vicenda terrena – il Dio fatto carne è in relazione con l’uomo di ogni tempo. E quanto detto da Filippo è stato declinato da molti, lungo la storia. E per ognuno c’è un primo momento. L’apostolo Giovanni, raccontando – già anziano – la sua storia, ricorda benissimo l’ora del suo primo, determinante, incontro. Un dettaglio minuto, eppure rivelatore. E Rondoni lo riscrive amplificato, così: «Che ora è? Che ora nel mondo, nei cieli indiani, che ora si rompe nelle nuvole sulle immense piramidi egizie? Che nube passa sulla fronte dei giovani iniziati di Atene, negli occhi lunari della sibilla di Cuma? Che ora trascorre davanti agli occhi ciechi delle statue di Cesare? Qui non lontano da uno sperduto argine di fiume sono le quattro di pomeriggio» (p. 74).</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Quale è stata – o è, o sarà – la nostra ora? Forse serve anche a questo il nuovo romanzo di Rondoni.<br />
<br />
<br />
</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-2or05Xg5Gp8/UvcmW3CjXeI/AAAAAAAAAzE/v1LQlPkK8_k/s1600/Davide+Rondoni+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-2or05Xg5Gp8/UvcmW3CjXeI/AAAAAAAAAzE/v1LQlPkK8_k/s1600/Davide+Rondoni+1.jpg" height="181" width="320" /></a></div>
<br /></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-43736986961523724162014-02-02T05:30:00.000+01:002014-02-02T05:30:00.026+01:00Giallo Avola di Paolo Di stefano - Recensione di Renzo Montagnoli<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-jcBYgtPSkvY/UuV2v0lHtFI/AAAAAAAAAys/q1b9JWS7FRs/s1600/Giallo+d'Avola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-jcBYgtPSkvY/UuV2v0lHtFI/AAAAAAAAAys/q1b9JWS7FRs/s1600/Giallo+d'Avola.jpg" /></a></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="line-height: 24px;"><br /></span></span></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">
<b style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Giallo d’Avola</b><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
di Paolo Di Stefano</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
In copertina: I corvi di Vittorio Corona, 1926 circa (particolare)</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Sellerio Editore</span><br /><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Narrativa romanzo</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Collana La memoria</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Pagg. 340</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
ISBN 9788838930171</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Prezzo € 14,00</span><br />
<br />
<br />
<br /><b style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Presunzione di colpevolezza</b>
<br />
<br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
In tutti gli ordinamenti giuridici moderni vale il principio della presunzione d’innocenza e quindi nel processo penale l’onere della prova della colpevolezza dell’imputato ricade sulla Pubblica Accusa che, sulla scorta solo di prove certe, imposta il suo iter, la sua azione in aula. Quindi non sussiste mai la presunzione di colpevolezza, come anche espressamente evidenziato dal secondo comma dell’art. 27 della nostra Costituzione, che così recita: L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.</span></span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Stupisce quindi quanto accaduto nel lontano 1954 a Salvatore Gallo e a suo figlio Sebastiano, imputati di avere assassinato Paolo Gallo, rispettivamente fratello e zio, e di averne occultato il cadavere. Vero é che era notorio un permanente stato di litigiosità e pure vero é che spesso Paolo veniva aggredito e malmenato da Salvatore, ma da lì a imbastire un processo senza uno straccio di prova, sulla base solo dei precedenti pessimi rapporti, è senz’altro azzardato, anche perché per poter parlare di omicidio necessitava la presenza di un cadavere, che appunto non c’era. E che l’abbaglio venisse dalla Pubblica Accusa ci può anche stare, ma che poi si riconfermasse nel collegio giudicante in tutti e tre i gradi processuali è veramente inconcepibile. E tanta era la sicurezza, viziata dalla presunzione di colpevolezza, che si arrivò addirittura ad accusare di falsa testimonianza chi aveva visto, vivo e vegeto, il cadavere. Fu solo grazie alla tenacia di un avvocato e di un giornalista se finalmente, anche se in notevole riardo, fu fatta giustizia, con la liberazione dal carcere di Ventotene, dove scontava l’ergastolo, di un Salvatore Gallo ormai ridotto a un relitto umano. Tutto bene, quindi? No, perché lo stato è un Moloch mostruoso e si piega di fronte all’evidenza dei fatti, ma non si spezza e si prende la sua rivincita. Non aggiungo altro della trama, che ripercorre puntualmente un fatto realmente accaduto e che non solo in Italia ebbe vasta risonanza.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Il merito di Paolo Di Stefano è stato di riproporcelo, fedele alle carte processuali, ma anche con la capacità di trasmettere al lettore il pathos di una vicenda che si snoda in una Sicilia arcaica, fra povera gente, ricca solo di miseria, e per lo più anche ignorante. Il dramma dell’individuo ingiustamente condannato viene delineato non per sollecitare la commozione del lettore, ma per dimostrare come i preconcetti siano sempre frutto di una illogicità che nasconde un’altra ignoranza, quella di chi crede di sapere perché può giudicare, un enorme potere che in mani sbagliate sancisce, inequivocabilmente, il trionfo dell’ingiustizia.<br />
Giallo d’Avola è un legal thriller per nulla simile ai tanti, per lo più di autori americani, che ogni tanto tornano ad affollare le librerie; qui si rievoca e si fa tornare in vita un’epoca che molti non conoscono o hanno dimenticato, in un’Italia che allora cominciava a beneficiare del boom economico, che tuttavia appariva così lontano dai terreni aridi e sassosi in cui contadini analfabeti si rompevano la schiena solo per sopravvivere, senza speranza, un mondo statico e spesso feroce, teatro di delitti anche familiari e in cui è potuto perfino accadere il dramma psicologico del “morto-vivo” di Avola.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Paolo Di Stefano sa scrivere bene, sa coinvolgere il lettore con attenta gradualità e il suo “Giallo d’Avola” è uno di quei romanzi che non si scordano facilmente.<br />
<br /><b>
Paolo Di Stefano</b> è nato ad Avola (Siracusa) nel 1956. È inviato del «Corriere della Sera». Ha pubblicato inchieste e romanzi, tra cui Baci da non ripetere (1994, Premio Comisso), Tutti contenti (2003, Superpremio Vittorini e Flaiano), Nel cuore che ti cerca(2008, Premio Campiello e Brancati). Con questa casa editrice La catastròfa. Marcinelle 8agosto 1956 (2011, Premio Volponi) e Giallo d'Avola (2013).<br />
<br />
<br />
<br />
</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-24177186831906880282014-01-26T21:42:00.001+01:002014-01-26T21:42:39.182+01:00Come scrivere di Te - Poesia di Mariangela De Togni<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-i0XYrzFntgs/UuVywOAIJsI/AAAAAAAAAyg/9AK648jv4P0/s1600/mare.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-i0XYrzFntgs/UuVywOAIJsI/AAAAAAAAAyg/9AK648jv4P0/s1600/mare.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Come scrivere di te<br />
se sei stelo al cielo<br />
giglio fiorito al dono <br />
di una sillaba <br />
greve di eternità?<br />
<br />
Come scrivere l’attesa <br />
su ciotole di mirra.<br />
La brezza del vento<br />
fra gli ulivi rossi.<br />
Il profumo appeso <br />
alle aurore, le stelle <br />
che dipingono il cielo.<br />
L’acqua delle fontane<br />
l’anfora colma?</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Leggero è il tempo<br />
nel pensiero<br />
come un fiocco di neve.<br />
Un minuscolo germoglio <br />
del nostro fiato <br />
tra il canto delle pietre<br />
nel grembo notturno<br />
della nostra storia.<br />
<br />
L’ombra si dilata<br />
ad ogni guizzo di luce.<br />
Come una perla<br />
in mezzo alla sabbia<br />
sulla riva del mare.<br />
<br />
<br />
( da “Frammenti di sale” FaraEditrice 2013)<br />
<br />
<br />
<br />
</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-44129861171662532682014-01-19T06:32:00.003+01:002014-01-19T06:32:51.430+01:00Impara figlio, ad essere felice - poesia di Margherita Celestino<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-KJq69CJSym8/Utti48q541I/AAAAAAAAAyQ/ibvgTCdK7dU/s1600/moca.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-KJq69CJSym8/Utti48q541I/AAAAAAAAAyQ/ibvgTCdK7dU/s1600/moca.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> Impara, figlio, ad essere felice, la vita è come un dono,<br />
forse appena lo scarti ti delude,<br />
e insegui le chimere fino a notte fonda,<br />
accendi il fuoco solo con la paglia,<br />
un’emozione è grande se fa il botto,<br />
ogni mattino nasce per la sera, <br />
nell’attesa smaniosa di sfondare.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Impara, figlio, ad essere felice, la vita è tutta un dono:<br />
il sole che si sveglia dentro il mare<br />
e vi si tuffa rubicondo a sera,<br />
la moca che solletica i tuoi sogni<br />
spargendo aromi sopra la mattina,<br />
il bacio attento della mamma stanca<br />
che inizia l’opra quando tu la smetti,<br />
le note di una musica lontana,<br />
il trillo amico del telefonino,<br />
la coda del tuo cane che fa festa.<br />
Impara, figlio, ad essere felice, la vita è un grande dono:<br />
investi ogni tuo bene in un sorriso<br />
da regalare a chi non sa gioire,<br />
regala lacrime alla meraviglia<br />
se provi l’emozione del poeta,<br />
sentiti stanco prima di dormire<br />
per abbracciare pago le lenzuola.<br />
Impara, figlio, ad essere felice<br />
La vita è un dono, non una chimera. <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-92052272064794608412014-01-14T23:35:00.001+01:002014-01-14T23:35:37.014+01:00Il magistero poetico di Giampiero Neri, raccontato a un amico - Recensione di Marco Dalla Torre<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-uc7pq_stlK4/UtW4c4ulGpI/AAAAAAAAAyA/8ssRPq16DJc/s1600/neri2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-uc7pq_stlK4/UtW4c4ulGpI/AAAAAAAAAyA/8ssRPq16DJc/s1600/neri2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><i> ALESSANDRO RIVALI, Giampiero Neri, un maestro in ombra, collana “Di fronte e attraverso. Saggi di letteratura”, Jaca Book, Milano 2013, pp. 160, euro 14,00, ISBN: 978-88-16-41217-0.</i><br />
<br />
Pare un libro-intervista. Due poeti: uno molto noto, Giampiero Neri, risponde alle domande di un poeta, Alessandro Rivali, molto più giovane ma già si è fatto molto apprezzare. Interessante.<br />
In realtà si tratta di molto di più; di un dialogo tra due uomini legati da una amicizia vera, che dura nel tempo. Che, a beneficio di chi legge, nell’estate scorsa è sbocciata in questo progetto.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Nel capitolo introduttivo (Meccaniche di un incontro), Rivali rievoca la prima conoscenza – era il 1998 – e il suo sviluppo. Evidente il profondo influsso nel giovane: «Certamente, mi incoraggiò a proseguire a scrivere, ma senza buonismo: “La poesia è un sentiero molto difficile, dovrai pensare solo con la tua testa, non ti puoi perdonare neanche un verso sbagliato…”. Iniziava con queste parole un secondo magistero, ben più fecondo e intenso di quello universitario» (p. 10). Incontro che ha lasciato il segno anche nel poeta maggiore, come dichiara in una prosa inedita in chiusura di volume: «Cosa importa se fra noi la differenza di tempo supera il mezzo secolo? Un amico non si trova ad ogni angolo di strada» (p. 132).</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
La vicenda editoriale di Neri è singolare. Un lavoro in banca, mal sopportato ma necessario in tempi di difficoltà economiche; un prezioso e nascosto compito di lettore e primo critico dei testi del fratello più giovane e maggiormente noto, Giuseppe Pontiggia; un libro d’esordio – L’aspetto occidentale del vestito (1976) – arrivato alla soglia dei cinquant’anni. “Maestro in ombra”, l’ha definito Maurizio Cucchi, “poeta di tarda fioritura ma di statura altissima, tra le voci più sicure della poesia italiana degli ultimi quarant’anni”, affermano altri.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Il lungo dialogo, raggrumato in sei capitoli, è condotto con conoscenza profonda ed empatica da Rivali, che pone domande lucide e ‘necessarie’. Onore al merito. Precise e taglienti le risposte di Neri, coraggiose, mai elusive. Emerge l’uomo, e il senso del reale, e il ruolo della poesia. Un libro godibilissimo e profondo, non certo solo per addetti ai lavori. Giustamente osservava Daniele Gigli in una recensione su ‘il sussidiario.net’: «Perché quando è comunione vera tra uomini veri il dialogo tra due poeti non è cosa da specialisti ma, appunto, da appassionati: della poesia, certamente; ma prima di tutto, e semplicemente, della vita».</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
«Negli ultimi mesi ho imparato a conoscere meglio il suo rapporto con le domande che attanagliano ogni poeta. Neri ama gli autori assetati di verità. Torna su di loro con uno scavo concentrico e ossessivo […]» (p. 12). Il quarto capitolo (Pasternak, Fenoglio, Villon e altri maestri) ne è stretta testimonianza: incontri vitali, che indirizzano la vita. Da Omero a Dante, da Villon a Melville, da Rimbaud a Campana, dal Dottor Zivago a Il placido Don. Forse anche perché autore molto amato dallo stesso intervistatore, Neri si sofferma molto su Fenoglio. Alla domanda sullo stile di lui, Neri risponde: «Ha una straordinaria asciuttezza nella narrazione. È una scrittura potente che fa pensare ai classici e a Tacito in particolare. Nella sua opera si raccolgono insieme l’arte e la filosofia. Il romanzo e il saggio. E lo studio sull’uomo, l’analisi sull’uomo. Questo è Fenoglio» (p. 79).</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Un giudizio che dice molto di Neri stesso, che altrove rincara: «Soltanto i laudatores temporis si aspettano dalla letteratura qualcosa di piacevole, ma io, come ho detto più volte, mi aspetto prima di tutto la verità, ossia una parola che ci informi sulla vita, e non stupidaggini» (p. 70).<br />
Il quinto capitolo ha titolo Il Peppo, un legame intenso e travagliato. “Peppo” era il soprannome familiare del fratello minore Giuseppe (Pontiggia), nome importante della narrativa italiana degli ultimi decenni. Anche in questo caso Neri è sincero, con se stesso soprattutto. Risalta un affetto sincero e anche un po’ rude, che al tempo stesso non nasconde i dissidi e il suo personale giudizio sull’opera letteraria del fratello. Non a caso è stato il capitolo che ha fatto più ‘rumore’ sulla stampa di questo plurirecensito libro.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Il seguente e ultimo capitolo ha trovato molto minor eco sulla stampa, ma è forse il più intenso: Il cantiere del poeta. In tutto il libro, e qui ancor più, come scrive Alessandro Ramberti «l’acutezza di analisi di Neri, abilmente sollecitata da Rivali […], offre spesso in queste pagine fulminanti e indimenticabili sentenze che sono a volte autentici aforismi».<br />
L’ultima domanda chiede proprio un bilancio di questo dialogo. Ecco la risposta: «Ho vissuto questo libro come un grande commento al mio lavoro […], alle mie poesie che sono necessariamente un po’ criptiche, mentre qui ho parlato a lungo senza essere contratto […]» (p. 129).<br />
<br />
<br />
Giampietro Pontiggia (Erba, 7 aprile 1927) è un poeta italiano, meglio noto con lo pseudonimo di Giampiero Neri. Ecco la sua bibliografia essenziale:<br />
• L’aspetto occidentale del vestito, Guanda, Parma, 1976<br />
• Liceo, Guanda, Palermo-Milano, 1982<br />
• Dallo stesso luogo, Coliseum, Milano, 1992<br />
• Teatro naturale, Mondadori, Milano, 1998<br />
• Erbario con figure, LietoColle, Como, 2000<br />
• Finale, Dialogolibri, Olgiate Comasco, 2002<br />
• Armi e mestieri, Mondadori, Milano, 2004<br />
• Poesie 1960-2005, Oscar Mondadori, Milano 2007<br />
• Prose, LietoColle, Como, 2008<br />
• Paesaggi inospiti, Mondadori, Milano, 2009<br />
• Il professor Fumagalli e altre figure, Mondadori, Milano 2012<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
</span><br />
<br />
<br />
<br /></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-87982894619766354162014-01-05T07:40:00.004+01:002014-01-05T07:40:58.575+01:00Consigli a un giovane ribelle di Christopher Hitchens - Recensione di Lorenzo Spurio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-sdNOTsKcVOQ/Usj988EMwlI/AAAAAAAAAxw/0JOl-x4n3w4/s1600/spurio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-sdNOTsKcVOQ/Usj988EMwlI/AAAAAAAAAxw/0JOl-x4n3w4/s1600/spurio.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-size: 12.0pt;">Consigli a un
giovane ribelle<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt;">di Christopher Hitchens<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt;">Einaudi, Torino, 2008<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt;">ISBN: 978-88-06-19298-7<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt;">Numero di pagine: 116<o:p></o:p></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 12.0pt;">Costo: 12€<o:p></o:p></span></b></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> Christopher Hitchens, scrittore, giornalista e saggista di origini inglesi, è considerato uno dei maggiori opinionisti del giornalismo liberal americano. Nacque nel 1949 a Portsmouth in Inghilterra, paese nel quale esordì con i primi scritti attorno al “gruppo letterario” londinese creato con gli amici e colleghi Martin Amis e Ian McEwan. Resta celebre per le sue pungenti critiche e per le aspre polemiche nei confronti di personaggi del calibro di Madre Teresa, Lady Diana, Bill Clinton, solo per citarne alcuni. Dal temperamento irruento e dalla critica mista a satira estremamente spietata, Hitchens si è aggiudicato negli anni ’90 un posto all’interno della letteratura contemporanea come uno degli scrittori più controversi e contestati. Si ricordi, inoltre, la sua ferma difesa nei confronti dell’amico Salman Rushdie che, nel 1989, alla pubblicazione dei Versetti satanici, venne praticamente minacciato di morte dalla comunità islamica fondamentalista che proclamò contro di lui una fatwa per la ritenuta blasfemia del suo libro.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Provocatore, ribelle, contestatore, intellettuale arrabbiato, scrittore critico e meticoloso. Un uomo che, per dirla in altre parole, se non fosse nato nel nostro secolo di sicuro avrebbe fatto una brutta fine. Perché quando si dissente su qualcosa –di qualsiasi cosa si tratti- il popolo è pronto a darti contro. E’ ovvio, poi, che più si attaccano dei personaggi alti, celebri o addirittura “mitizzati”, più è difficile non perdere i sostenitori della prima ora. Ma Hitchens non è uno spavaldo provocatore. E’ una mente ribelle, è vero, che, però, si è sempre battuto in ciò in cui credeva, fino alla sua morte avvenuta prematuramente nel 2011.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
In Italia non mi risultano che a tutt’oggi siano stati portati avanti studi su di lui, un autore che, più che scrittore, può essere considerato un giornalista, per la sua pervasiva attenzione nei confronti di una serie di realtà sociali di rilevante importanza: la guerra, la religione cattolica e quella islamica, il fondamentalismo, la politica americana e tanto altro. Due le opere ritenute più grandi: Consigli a un giovane ribelle e Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa, in Italia tradotti e pubblicati entrambi da Einaudi.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Già dai titoli delle opere citate ci si rende conto che Hitchens sfugge a quella che è la tradizione letteraria, quasi sfidandola. Consigli a un giovane ribelle, pubblicato in America nel 2001, è una raccolta di lettere che l’autore scrive e finge di inviare a un ipotetico ragazzo. In realtà sono dirette a tutti i ragazzi e, dunque, a una intera generazione. Con queste lettere l’autore cerca di aiutare il giovane spaesato in questa nostra attualità a farsi strada partendo dal presupposto che è imprescindibile farsi valere, esporre il proprio io, anche se questo può a volte portare a situazioni scomode o addirittura perseguibili. Le lettere utilizzano un linguaggio semplice e facilmente fruibile e l’autore inserisce qua e la riferimenti ad autori e testi da lui letti con particolare attenzione, primo fra tutti il rimando al J’accuse di Emile Zola.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Si parla di conformismo, tacito consenso, populismo e facile convincimento e, al contrario, di atteggiamenti ribelli, scontrosi, autonomisti, dissidenti: «Il nobile appellativo di “dissidente” deve essere guadagnato piuttosto che proclamato; esso connota sacrificio e rischio, e non semplicemente disaccordo, ed è stato consacrato da tanti uomini e donne esemplari e coraggiosi. “Radicale” è un termine utile e onorevole –sotto molti profili è il mio preferito- ma bisogna avvalersene con mille precauzioni di cui ti parlerò in un’altra lettera. Le espressioni che restano – “cane sciolto”, “mina vagante”, “ribelle”, “giovane arrabbiato”, “rompiscatole” –hanno tutte qualcosa di affettuoso e di riduttivo, e forse per questo suonano un po’ condiscendenti. Se ne potrebbe dedurre che la società, come una famiglia benevola, tollera e addirittura ammira l’eccentricità» (p.3). </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Il tutto viene fatto portando ad esempio degli episodi realmente accaduti dall’autore nei quali fa numerosi riferimenti alla storia, alla politica e alla letteratura (non quella di impostazione classica ossia che “tutti dovrebbero conoscere”, ma alle sue letture di genere). Si parla di individuo e di alterità, della personalità e della società sottolineando come spesso possano sorgere disparità di visioni, incongruenze e veri e propri conflitti i cui prodotti finali non sono che la supremazia di un’idea sugli altri (dittatura, totalitarismi, censura) e, dall’altra la marginalizzazione e prevaricazione: «Spesso il “battesimo” di un futuro dissenziente avviene in maniera imprevista, in virtù di una resistenza spontanea a un episodio di fanatismo o di prepotenza, o come sfida a qualche idiozia psicologica» (p. 11).</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Questo libro, che pure è stato considerato come un manifesto al ribellismo, è un pacato proclama del rispetto delle idee altrui, un carteggio piacevole che fa riflettere e che ci chiama a giudicare noi stessi, gli altri e il mondo. Hitchens rianima il nostro orgoglio e fa assopire la nostra disistima. A termine della lettura, il giovane sarà più conscio del suo posto nel mondo.<br />
Ascoltare gli altri, sì, ma non dimenticare mai l’importanza di dover essere ascoltati.<br />
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Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-29621721414023294102013-12-29T06:45:00.002+01:002013-12-29T06:49:25.255+01:00Lo straordinario delle storie ordinarie - di Giovanni Fighera<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-JYiDOkFiAKU/Ur-2aR7y1YI/AAAAAAAAAxU/yKKmpepm-zM/s1600/prof.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-JYiDOkFiAKU/Ur-2aR7y1YI/AAAAAAAAAxU/yKKmpepm-zM/s1600/prof.jpg" /></a></div>
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<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Compariranno ora alcuni dei tanti incontri straordinari avvenuti con i ragazzi nell’ordinario della vita scolastica. Ho mutato il nome dei protagonisti, ma le storie raccontate sono tutte vere.<br />
Sofia mi dice: «Vorrei parlare con lei. È morta la sorella di una mia cara amica e mi è venuto in mente lei. Le mie compagne non mi avrebbero capito o mi avrebbero preso in giro. La sorella della mia amica è morta di tumore al cervello. Ne ho parlato con mia madre e mi ha detto che è normale che fossi colpito, perché è la prima volta che moriva per me una persona cara. Quando crescerò, poi non sarà più così. A me non va bene questa risposta. Da una settimana io prego, anche se non ho mai avuto molta fede e non ho mai pregato, ultimamente mi sembra che sia l’unica cosa che mi viene da fare e che io possa fare per la ragazza e per i suoi genitori. Vorrei andare a trovarli e stare loro vicino […] Poi, però, ho paura che sia solo un fatto psicologico».</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Lucia, invece, mi racconta: «Se prendo tre debiti, i miei genitori mi tolgono dal gruppo scout. Quest’anno l’esperienza degli scout mi ha dato speranza, mi ha dato la forza per andare avanti, per affrontare le difficoltà della scuola». Per vivere ci vuole una grande speranza. Come si può vivere se vieni privato di ciò che ti dà la speranza nelle tue giornate?<br />
Gianluca scrive: «È difficile spiegarlo, ma ogni studente aspetta il sabato sera per dimenticare e vivere una parentesi extratemporale. Forse è un po’ la malattia di questa generazione, ma il popolo giovanile vive il sabato sera e in settimana sopravvive».<br />
Margherita è, invece, molto colpita dalla notizia che il padre di una sua amica tradisca la moglie: «Non so come spiegarmi. Se hai un modello di uomo che per te è perfetto, che è quello che cercherai nella tua vita e vorresti che il tuo fidanzato fosse come lui, se poi lui si comporta così, oltre che deluderti ti fa pensare che, se era lui l’uomo migliore e ha trattato così sua moglie, allora cosa faranno gli altri? Un papà, poi, non tradisce solo la moglie, ma anche i suoi figli».<br />
Stefania mi scrive una lettera. Sta vivendo un periodo difficile, ha terminato una storia sentimentale importante e si è messa con un altro ragazzo, ma non è convinta. Anche l’università, scelta senza molta convinzione, la sta deludendo e ora non sa cosa fare, vorrebbe allontanarsi da casa, da una famiglia che sa già ciò che lei deve scegliere nella vita. Mi scrive: «Ripenso spesso alle sue lezioni, a quando siamo stati a fare volontariato e a tutti i momenti in cui le sue parole mi hanno toccata dentro lasciandomi tanta speranza e felicità… Mi manca molto tutto questo…». Allora la invito a parlare di persona di cosa stia vivendo. A pranzo, dopo averla ascoltata, le parlo del cuore, le faccio presente che tutti noi abbiamo dentro un criterio formidabile per scegliere e per capire se quanto viviamo ci corrisponda, il criterio del cuore, ovvero quel complesso di esigenze originarie, di felicità, di amore, di bellezza, di giustizia… Lo strumento formidabile di cui siamo tutti forniti è il confronto di quanto ci accade, di quanto viviamo, di quanto ci viene proposto con questo cuore che trova una corrispondenza totale solo quando incontra il vero, il buono, il bello… La ragazza alla fine del pranzo mi ringrazia dicendomi che i suoi amici, anche i più stretti, o i suoi genitori, quando parlavano con lei, sembrava che avessero comunque un secondo fine, perché propendevano per una scelta e avrebbero voluto condizionarla. Ora si era sentita molto fortunata, perché aveva incontrato una persona che le aveva indicato qualcosa d’altro attraverso cui conoscersi meglio e abbracciarsi, un criterio che non era fuori di lei, ma che era del tutto inerente alla sua persona. Il cuore, quando è scevro di pregiudizi e di sovrastrutture, sobbalza di fronte. Due anni più tardi, Erica mi chiama e mi confessa con entusiasmo che è cambiata, perché si è convertita. E mi racconta tutta la storia.<br />
Marco mi telefona, dopo tanti anni. «Salve, professore, volevo comunicarle che mi sto laureando. Devo ringraziarla, perché io ho compreso che volevo diventare avvocato quando lei mi ha fatto i complimenti per l’interrogazione di Machiavelli dicendomi che avevo il dono della parola e parlavo bene. Quanto mi ha detto è come se illuminasse il mio cammino. Se realizzerò il sogno di fare l’avvocato, lo devo in gran parte a lei». Una semplice interrogazione, valutata con un voto più che discreto (sette e mezzo), è diventata l’occasione della vita, la luce che ha illuminato la strada successiva. Poche parole di un insegnante in una delle tante interrogazioni della giornata possono avere un peso per un ragazzo decisivo.<br />
Alla prova scritta di Italiano, durante l’Esame di Stato, i ragazzi sono visivamente provati. Come commissario interno e segretario della Commissione, corro avanti e indietro per assolvere ai compiti in una calda e afosa mattinata. Un commissario esterno ad alta voce perché anche i ragazzi possano sentire esclama: «Gli studenti non sanno che gli Esami sono solo fatica e sbattimento, nulla più. Li prendono sul serio». Andrea mi guarda con degli occhi che comunicano un chiaro giudizio sull’affermazione di quel docente. Finita la prova, il ragazzo mi aspetta per dirmi che non mi aveva mai visto così provato. Nelle sue parole c’era, però, tutta la sua gratitudine.<br />
Questo è il cuore di quei tanti ragazzi che vediamo in giro e che spesso, in maniera frettolosa, giudichiamo vuoti, senza valori, mentre sono pieni di domanda e cercano nel mondo che sta loro attorno, nel mondo degli adulti e dei coetanei, delle risposte, delle ragioni, delle certezze. La crisi attuale è forse la più grave che abbia vissuto il mondo occidentale, perché l’uomo assiste, dopo aver già visto la perdita di fede nell’al di là, alla perdita di fede nell’al di qua. In mezzo alla scomparsa dei grandi ideali, trionfa una gaia disperazione. I ragazzi cercano nella vita dei sogni da realizzare, hanno sete di grandi ideali, sono delusi dal cinismo e dallo scetticismo degli adulti.<br />
Hanno ragione i giovani che vivono con lo slancio di chi affronta la vita senza ancora conoscerla e che palpitano nel cuore nell’attesa di scoprire cosa la vita riserva loro o hanno ragione quegli adulti che sanno già come va a finire e che, quindi, non si illudono più? Questa non è una divisione anagrafica, ma di cuore. Ci sono giovani che sono già vecchi, perché sanno già che l’amore vero non esiste o che la vita non riserva troppe sorprese, come ci sono adulti che hanno ancora il cuore aperto alla novità della prima volta. Sempre più si vede l’influenza del cinismo degli adulti sul mondo dei giovani. Sempre più i giovani sembrano avvertire che non ci siano ragioni per cui valga davvero la pena fare fatica e affrontare la realtà ordinaria se non motivazioni strettamente economiche. Nell’ordinario costituito dalla scuola o dal lavoro si deve cercare di sopravvivere, come ha scritto uno studente, per poi vivere nei weekend di libertà sfrenata, di sballo, di stordimento. La realtà non è più percepita come interessante, gli impegni e le responsabilità vanno evitate, vige la «filosofia dello zaino vuoto» presentata dal protagonista del film Tra le nuvole.<br />
«Edonismo» è la parola che meglio descrive ciò che il mondo degli adulti e dei giovani (che ne siano coscienti oppure no) considera come valore. «Edonismo» è la parola che comprende atteggiamenti in apparenza differenti, ma nella sostanza simili, che includono la soddisfazione di piaceri forti e sempre nuovi, la ricerca del benessere, dello star bene, del non avere problemi, del divertimento spensierato, della recisione di responsabilità troppo onerose o di rapporti che possano presentare dei problemi. In questa logica di demoralizzazione (per usare un’espressione di Havel) e di deresponsabilizzazione l’io perde la sua natura di «persona» (bellissimo è l’etimo del termine, ovvero «un uomo che risuona ed emerge, fa sentire la sua voce nella trama di rapporti con gli altri»), diventa dapprima «individuo» («uomo che si concepisce viduus, cioè orfano, solo, senza legami, deprivato della compagnia di altri») e, ben presto, pedina della scacchiera del potere o sistema.<br />
L’innato spirito di appartenenza che connota l’uomo lo induce, una volta che vengono meno le appartenenza più vere ed autentiche, ad identificarsi con i valori veicolati dalla società. L’uomo sostituisce il desiderio infinito che alberga nel suo cuore con una serie di infiniti bisogni indotti.<br />
La trasformazione dell’homo religiosus («con legami e con una domanda di senso e di verità») in homo oeconomicus avviene in modo indolore e gradualmente. Il ragazzo si trova ben presto, senza accorgersene, a cercare quello che cercano tutti, a non sapere ragionare con la propria testa, ad assecondare l’opinione della massa e i bisogni imposti dal sistema. L’io o la coscienza sembrano obnubilati.<br />
Un’adolescente mi ha confidato qualche mese fa, dopo aver tentato il suicidio, che l’amore vero non esiste, che siamo solo materia e che non vivremo per l’eternità. La cultura massmediatica contemporanea veicola in tutti i modi il messaggio che non esiste una verità, non c’è un amore vero o un ideale per cui valga la pena vivere. Sembra oggi essersi avverata la profezia di Teilhard de Chardin: «Il pericolo maggiore che possa temere l’umanità non è una catastrofe che venga dal di fuori, non è né la fame né la peste, è invece quella malattia spirituale, la più terribile perché il più direttamente umano dei flagelli, che è la perdita del gusto di vivere».<br />
Come fare allora? Da dove ripartire? Ho passato parte del pomeriggio con quella ragazza, raccontandole la mia esperienza e richiamando lei a cosa desiderasse. Le ho chiesto: «Ma tu desideri un’amicizia vera, un amore vero, un’esperienza bella?». Mi ha risposto con sicurezza: «Certo». Dopo la chiacchierata l’ho invitata a studiare con altri compagne e a partecipare alla festa che la sera avremmo fatto a scuola. Questo è il punto da cui ripartire. Il nostro desiderio che si deve tradurre in domanda di incontrare luoghi di umanità diversa, più affascinante e più viva, luoghi in cui il nostro io si riscopre e rinasce. Se la nostra domanda è desta, se il nostro cuore è sgombro da incrostazioni, se il nostro sguardo è attento, allora ecco che la realtà ci sorprenderà, perché Lui (Gesù Cristo) c’è e attende solo un varco per entrare ed essere accolto nel nostro cuore.<br />
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Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-80714707219665104612013-12-24T07:25:00.002+01:002013-12-24T07:25:38.267+01:00AUGURI!!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-treNDiVQWWE/Uocem0dZzTI/AAAAAAAACIs/n60VoKdAaeM/s1600/notte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://3.bp.blogspot.com/-treNDiVQWWE/Uocem0dZzTI/AAAAAAAACIs/n60VoKdAaeM/s400/notte.jpg" width="266" /></a></div>
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<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">L'aria e' strana stasera in paese<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
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<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">cielo a scacchi <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">notte bianca lunata <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">cade a latte e<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">s'arancia in un neon<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">passo a passo<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">per le strade annottate<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">un giardino spigato di case.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
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<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">L'aria e' strana stasera <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">alza polveri da lave rapprese<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">questo vento incolore</span></span></div>
<a name='more'></a><span style="color: #444444;"><o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">un motivo</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">una voce da sempre sospesa<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">la scadenza di un sogno <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">che torna e mi prende per mano.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">E dai muri alle strade<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">entra in casa da porte sbarrate<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">come aria speziata di fiori<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">e zampettano fresche<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">le antiche visioni:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">avrà ancora una grotta<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">e una stella cometa<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">questo Cristo paziente</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;"><br />
</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">... e' iniziata l'attesa!</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;"><br />
</span></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><span style="color: #444444;">Angela Caccia</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><br />
</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><br />
</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;"><br />
</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-4284694999938287052013-12-22T09:31:00.001+01:002013-12-22T09:57:31.370+01:00Laboratorio di lettura del 16.12.2013 - Redazione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-XuP6Fb6Tk0c/UrajIzIRhXI/AAAAAAAAAxE/K248oXZqnPc/s1600/libri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-XuP6Fb6Tk0c/UrajIzIRhXI/AAAAAAAAAxE/K248oXZqnPc/s1600/libri.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;">Sei
partecipanti <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;">una tisana
ai frutti di bosco e una ciambella<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;">e tanta
voglia di confrontarsi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;">I brani
letti:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;">Dalle
Sponde del mare bianco di Ghachem Moncef</span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;">L’utilità
dell’inutile di Nuccio Ordine<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt;">Per
dieci minuti di Chiara Gamberale<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt;">
<br /></div>
<a name='more'></a>Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-78455568477607265942013-12-18T17:55:00.001+01:002013-12-18T17:55:24.237+01:00La Festa del libro a Crotone di Gabriella Cantafio - Redazione<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-pTqhL_IHWo8/UrHStiAMgPI/AAAAAAAAAw4/U3L4l-h6XjI/s1600/IMG_2572+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-pTqhL_IHWo8/UrHStiAMgPI/AAAAAAAAAw4/U3L4l-h6XjI/s320/IMG_2572+%25282%2529.jpg" width="218" /></a></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> CROTONE lunedì 16 dicembre 2013<br />
Nella giornata del 14 dicembre, come da consuetudine, l’Istituto Comprensivo “Alcmeone”, anche quest’anno, ha organizzato la “Festa del libro”, una manifestazione ricca di eventi culturali che ha visto susseguirsi nell’arco della mattinata momenti di approfondimento di differente natura. La Dirigente Scolastica, Eugenia Garritani, da sempre incline alla promozione della lettura, da quattro anni programma una giornata volta all’arricchimento del pensiero e allo sviluppo delle potenzialità espressive, col proposito di avvicinare i ragazzi ai libri per una lettura spontanea e divertente. La “Festa del libro”, svoltasi presso il plesso Farina, ha coinvolto tutti gli alunni dell’Istituto Comprensivo, dai bambini della scuola dell’infanzia ai ragazzi della scuola media, ma anche gruppi di alunni di 12 scuole di primo e secondo grado dell’hinterland crotonese, facenti parte della “Rete Equilibri”.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">E’ stato realizzato un percorso didattico itinerante con diversi angoli culturali: i visitatori sono stati accolti dal mercatino dei libri a cura della libreria Mondadori di Crotone e della casa editrice CoccoleBooks di Belvedere Marittimo, specializzata in libri per l’infanzia. Negli ampi spazi dell’edificio sono stati allestiti 9 laboratori di lettura tenuti dagli insegnanti (Sbezzi, Armocida, Mattiello) e dagli autori calabresi (Proietto, Valente, Bellassai, Caccia, Guzzo e Decima). Grande interesse ha suscitato nei più piccoli il laboratorio creativo organizzato da Daniela Valente, scrittrice nonché editor di CoccoleBooks, che partendo dall’analisi del suo libro “Mamma Farfalla” ha proposto loro un momento ludico. Mediante foglietti anonimi i bambini hanno potuto identificarsi in bruco o farfalla, scegliendo così di raccontare le situazioni di disagio o felicità che la vita finora ha riservato loro.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Lettura e divertimento, un binomio vincente che ha fatto emergere la personalità dei piccoli, mettendone in risalto le emozioni. Agli alunni delle scuole medie, la Valente, invece, ha presentato la sua ultima opera, “Una vita da somaro”, incentrando il laboratorio sul concetto di metafora, sulla variabilità del punto di vista. I ragazzi, così, si sono ritrovati a scrivere una lettera di protesta o ringraziamento, trasformandosi grazie al potere della fantasia in un insetto.<br />
Un momento di riflessione è stato offerto dal laboratorio “Giocare per cambiare” di Lucia Bellassai, scrittrice crotonese nonché direttore artistico di “Castelfiaba”, che mediante la lettura di “Un rospo, una palla e un cerchio al cuore”, favola dei fratelli Grimm, per i più piccoli, e di un estratto di “Uno Nessuno Centomila” di Pirandello, per i ragazzi delle scuole medie, ha affrontato la tematica della metamorfosi. </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Un confronto dal quale è scaturita l’importanza del cambiamento, visto come un evento fisiologico di ogni persona, sinonimo di crescita e non di sgomento. I più grandi sono rimasti affascinati dal laboratorio di poesia tenuto da Angela Caccia, poetessa crotonese, che ha spiegato loro come si attiva il processo creativo focalizzandosi soprattutto sul lavoro, sulla fatica intellettiva che c’è dietro la poesia ma che l’autore non lascia trapelare al lettore. Ha reso meglio l’idea citando l’esempio del movimento lirico dell’anatra protagonista di “Lo stile dell’anatra”, breve saggio di Raffaele La Capria, “che senza sforzo apparente fila via tranquilla e impassibile sulla superficie, mentre sott’acqua le zampette palmate tumultuosamente e faticosamente si agitano”. L’autrice ha poi proposto la lettura di “Nel fruscio feroce degli ulivi”, sua ultima fatica poetica, vincitrice del Premio Letterario Europeo e finalista al Premio Internazionale di Poesia “Don Luigi Di Liegro”. Immancabile l’angolo ristoro con genuinità offerte dalle mamme degli alunni delle classi quarte impegnate nel progetto “Dall’orto alla cucina”. Nei corridoi, inoltre, ci si è imbattuti nei piccoli discenti della Scuola Primaria che hanno animato la festa, travestiti da personaggi dei classici della narrativa per bambini.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Dunque, un’iniziativa importante in un periodo in cui si assiste alla svalutazione del libro che attrae sempre meno bambini e ragazzi rapiti dalla tv e dai videogiochi. Così, la lettura, vista come un mero dovere scolastico, si è trasformata in un momento di crescita, di divertimento che nutre l’immaginario dei bambini e ne stimola l’intelligenza. L’obiettivo della dirigente scolastica, degli insegnanti e degli autori intervenuti è stato proprio quello di rendere la scuola un luogo speciale per promuovere strategie e progetti atti a suscitare curiosità e interesse per il libro, a far emergere il bisogno e il piacere della lettura.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-yNVAocnMpSo/UrHQ044WJ0I/AAAAAAAAAwY/gL-tvX_4kdw/s1600/20131214_095516.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-yNVAocnMpSo/UrHQ044WJ0I/AAAAAAAAAwY/gL-tvX_4kdw/s320/20131214_095516.jpeg" width="240" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-fhd6L1zqDKM/UrHQ4xhMQcI/AAAAAAAAAwg/1Pjj-Ttxeg4/s1600/IMG_2497+(1)+(2).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://3.bp.blogspot.com/-fhd6L1zqDKM/UrHQ4xhMQcI/AAAAAAAAAwg/1Pjj-Ttxeg4/s320/IMG_2497+(1)+(2).jpg" width="213" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-dSwv_g0r_tE/UrHRcNaWVHI/AAAAAAAAAwo/9Nb1vvITCX8/s1600/IMG_2591+(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="http://4.bp.blogspot.com/-dSwv_g0r_tE/UrHRcNaWVHI/AAAAAAAAAwo/9Nb1vvITCX8/s320/IMG_2591+(1).jpg" width="320" /></a></div>
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Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-34856635602975674662013-12-16T05:30:00.000+01:002013-12-16T05:30:02.039+01:00Una pietra miliare del 1663 - saggio breve di Francesco Cosco<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-ypHFlY0qZV8/UqViowGmvCI/AAAAAAAAAvQ/3r9VdQJ0sJc/s1600/pietra+scritta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-ypHFlY0qZV8/UqViowGmvCI/AAAAAAAAAvQ/3r9VdQJ0sJc/s1600/pietra+scritta.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> Oggi un particolare annuncio da parte mia, poco tempo fa mi sono imbattuto in un grande monolite, a tutti sconosciuto, ma che si preannunzia prezioso per la storia della Calabria perché ci aiuta a ricostruire le vicende della Sila demaniale fin dai tempi di Carlo d’Angiò, quindi degli Aragonesi e, per finire, dei Borboni. <br />
<br />
Parco Nazionale della Sila, località Musco di Petilia Policastro, a metri 1300 circa di Altitudine un grosso monolite si regge ormai grazie a robusti pini che gli sono nati intorno. Sembrerebbe uno dei tanti massi se non fosse per le iscrizioni che contiene incise nel granito. Un acronimo ripetuto due volte in parti diverse del monolite: RS, il significato è Regia Sila. Una seconda iscrizione, più in alto, reca un data fatidica: 1663. Fu allora che l’ing. Antonio Galluccio da Cosenza, tavolario, cioè compilatore di carte (tavole) geografiche , redige una carta della regia Sila. Il fine è tracciare i confini della Sila demaniale per stabilire una delimitazione accurata contro le progressive usurpazioni. Il mandato gli fu certamente attribuito dagli Aragonesi. </span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> In basso una seconda data: 1755. Questa volta sono i Borboni a muoversi contro le usurpazioni che nel frattempo non hanno smesso di far perdere lotti di terreno al Demanio. Viene investito della verifica il preside Buonastella e per preside s’intende il funzionario borbonico preposto a verificare i confini della Reggia Sila Demaniale, così come segnati circa 100 anni prima dal Galluccio. <br />
<br />
Ma non è nel 1663 che per la prima volta è determinata l’estensione del Demanio silano: la prima delimitazione che sembra identica alle due successive, il che è avvalorato dalla linea rossa posta dal Buonastella sulla carta del Galluccio, è della amministrazione angioina già negli anni 1332/33, ne ho citato ogni punto sia in latino che in italiano in un mio testo di prossima pubblicazione. In effetti nel 1332 Roberto D’Angiò contro le usurpazioni diede incarico a Giovanni Barrile e Paolo di Sorrento di stabilire i confini della Sila e stabilirne tutto il territorio come appartenente al Regio Demanio. E’ proprio su quella delimitazione che furono segnate quelle successive del 1663 e del 1755. Già i Normanni in verità avevano delimitato la Sila come terra demaniale e le grandi “donazioni” alle abbazie monastiche erano intese, come Ruggero secondo le intendeva, concessioni e non donazioni, essendo il territorio demaniale inteso come inalienabile. Non si spiega ancora come sia stato possibile nell’ottocento effettuare legittimazioni per le numerose usurpazioni e come mai i Borboni non abbiano dichiarate decadute le vendite a privati effettuate da un esercito invasore, quale quello napoleonico e i lotti non siano stati reintegrati al Demanio. Ne si spiega come sia stato concesso alle grandi abbazie la vendita delle concessioni loro fatte dai regnanti in epoca medievale e comprese nella delimitazione del Demanio.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">La Pietra di Musco è oggi l’unica esistente di quelle apposte ed incise nel 1663? Niente affatto, ve ne saranno altre non menzionate ed altre sono menzionate e non scoperte. Secondo la delimitazione citata dalle fonti storiche la pietra di Musco segna un angolo di due rette relative all’antica delimitazione demaniale, una proveniente da est e precisamente dalla località detta Homo Morto, in agro di Cotronei e l’altra che prosegue in direzione Gariglione. A 5 o 6 km di distanza da Musco è citato altro monolite col nome di “Pietra Irta” ed in epoca recente era conosciuta come “Pietra Scritta”. Ma non è più al suo posto. Più sopra vi è la Pietra di Dui o di Lui come è riportata nella carta del Galluccio e sembra sia stata la prima pietra apposta sulla generale delimitazione. Il confine demaniale quindi vira a 90 gradi verso Sud-Est in direzione della località Spinalba, nei pressi di Tirivolo dove ultima pietra conosciuta è quella di Diaco, così come nomata sulla carta del Galluccio del 1663.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Keu2caMhizY/UqVjh1DlTgI/AAAAAAAAAvY/tECcFEPvaOg/s1600/pietra+scritta+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Keu2caMhizY/UqVjh1DlTgI/AAAAAAAAAvY/tECcFEPvaOg/s1600/pietra+scritta+3.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
<br /><b>
P.s. “Il rispetto di ogni antico reperto assicura la memoria storica del nostro popolo”.</b>
<br />
<br />
<br />
</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-47504250715304060572013-12-11T05:30:00.000+01:002013-12-11T05:30:02.706+01:00Lampedusa e quel sogno nel mare - Poesia di Costantino Simonelli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-tq_O32VjVE4/UqVfZBObpEI/AAAAAAAAAvE/e9bVFXurvjo/s1600/lampedusa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-tq_O32VjVE4/UqVfZBObpEI/AAAAAAAAAvE/e9bVFXurvjo/s1600/lampedusa.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="background: white; color: #333333; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: Tahoma;">E quel sogno di vita appena un po’</span><span style="color: #333333; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><br />
<span style="background: white;">appena un po’ migliore</span><br />
<span style="background: white;">giù nel profondo nel mare</span><br />
<span style="background: white;">e su, in superficie il sogno</span><br />
<span style="background: white;">fa bollicine ancora fino all’ultimo respiro</span><br />
<span style="background: white;">e tante bollicine fanno spuma</span><br />
<span style="background: white;">onda di spuma , fragore di notizia</span><br />
<span style="background: white;">grida di pietà e vergogna</span><br />
<span style="background: white;">parola e riparola di politica, di giornale</span><br />
<span style="background: white;">di stratelegiornale, la grande onda di notizia</span><br />
<span style="background: white;">che contro gli scogli – quelli di sempre –</span><br />
<span style="background: white;">sbatte e sfragora</span><br />
<span style="background: white;">che poi, col mare che si calma</span><br />
<span style="background: white;">la placida indolenza lo tornerà a varcare.</span><br />
<span style="background: white;">Barche Navi e Yacht in odore di vacanza.</span></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11pt; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: #333333; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="background: white;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: #333333; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="background: white;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="color: #333333; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: Tahoma;"><span style="background: white;"></span></span></div>
<a name='more'></a><br />Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-1575240234036365382013-12-10T19:13:00.001+01:002013-12-10T19:13:37.654+01:00Festa del libro a Crotone - Redazione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-GaFznBtp5lY/UqdZlMeY4QI/AAAAAAAAAwI/pL5HQhc846s/s1600/garri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="http://1.bp.blogspot.com/-GaFznBtp5lY/UqdZlMeY4QI/AAAAAAAAAwI/pL5HQhc846s/s640/garri.jpg" width="452" /></a></div>
<br />
<br />
<a name='more'></a><br />Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-23076065749770354512013-12-10T15:55:00.003+01:002013-12-10T15:55:45.219+01:00Sabato 15 febbraio 2014 Reading poetico “Disagio psichico e sociale” a FIRENZE - Redazione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-3SbWyV0m3ss/Uqcq-JLnFII/AAAAAAAAAv4/8CjSw0yxqFk/s1600/Immagine1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-3SbWyV0m3ss/Uqcq-JLnFII/AAAAAAAAAv4/8CjSw0yxqFk/s1600/Immagine1.jpg" /></a></div>
<br />
<b><br /></b>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><b> MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE</b><br />
<br />Il reading poetico “Disagio psichico e sociale” organizzato dall’Associazione Culturale TraccePerLaMeta e dalla rivista di letteratura Euterpe, con la collaborazione di Deliri Progressivi e con il Patrocinio del Comune di Firenze e della Provincia di Firenze, dopo le date di Palermo e di San Benedetto del Tronto (AP) è giunto al suo terzo appuntamento.<br />
<br />
Il reading è stato inserito all’interno della programmazione dell’evento dal titolo “Disagio e Letteratura” che si comporrà di una conferenza di letteratura e di interventi medici sui disturbi alimentari (il cui programma integrale verrà diffuso presto) e che si svolgerà a FIRENZE il 15 Febbraio 2014 a partire dalle ore 16:00 in una location del centro che sarà prontamente comunicata. <br />
(Il reading è previsto alle 17:30 ca.)</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Ogni partecipante potrà leggere un massimo di 2 liriche che dovranno: <br />
- essere di completa produzione dell’autore; <br />
- non superare i 30 versi ciascuna; <br />
- attenersi nelle linee generali al tema del disagio proposto. <br />
<br />
Le poesie, corredate dei propri dati personali (nome, cognome, mail, tel.), dovranno essere inviate in formato digitale in Word entro e non oltre il 10 gennaio 2014 ad entrambi gli indirizzi mail: lorenzo.spurio@alice.it e dulcinea_981@yahoo.it specificando nell’oggetto “Reading disagio”.<br />
<br />
E’ richiesto ai poeti di incollare sotto le poesie che presenteranno le seguenti attestazioni:<br />
1. Attesto che la poesia che presento al reading è frutto del mio ingegno, ne dichiaro la paternità e l’autenticità. <br />
2. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/2003 e successive modifiche e acconsento alla pubblicazione di questo testo nell’opera antologica, senza avere nulla a pretendere né ora né mai. <br />
<br />
Gli organizzatori si premureranno di raccogliere tutte le liriche pervenute in un volume antologico dove pure troveranno posto gli atti della conferenza “Letteratura e disagio” e gli interventi medici sui disturbi alimentari del quale verranno fornite tutte le indicazioni ai partecipanti.<br />
Detto volume, il cui acquisto non è obbligatorio ma resterà come testimonianza per tutti i partecipanti del lavoro svolto, sarà disponibile alla vendita il giorno dell’evento al costo di 12€ (prima copia) e 10€ (copie successive).<br />
<br />
Gli autori delle poesie inviate dovranno presentarsi il giorno del reading, pena l’eliminazione delle poesie in scaletta per la lettura. Non saranno accettate deleghe per la lettura in sede del reading, né letture a distanza tramite sistemi di videoconferenza.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Per info: <br />
LORENZO SPURIO - Direttore Rivista Euterpe - lorenzo.spurio@alice.it <br />
ANNAMARIA PECORARO – Direttrice Deliri Progressivi – dulcinea_981@yahoo.it <br />
Evento Facebook<br />
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</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-10225202428636334652013-12-06T05:30:00.000+01:002013-12-06T06:10:11.034+01:00Irene Corsini come Lucia Mondella. Le influenze manzoniane su Bevilacqua narratore nel romanzo La Califfa (Rizzoli, 1964) - di Cinzia Demi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-PRt1w2AGaHo/UpgvhNS-MfI/AAAAAAAAAuo/A6W8ZHqF_Ac/s1600/bevilacqua.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="219" src="http://3.bp.blogspot.com/-PRt1w2AGaHo/UpgvhNS-MfI/AAAAAAAAAuo/A6W8ZHqF_Ac/s320/bevilacqua.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Il romanzo è la storia di una bellissima donna molto passionale, autentica e fiera che vive sullo sfondo della città di Parma, dove il torrente separa simbolicamene i poveri dai ricchi. La protagonista Irene Corsini, la Califfa, è di origine popolare ma diventa l’amante di Annibale Doberdò, l’industriale più potente della città che, nella sua autorevolezza e spregiudicatezza, si innamora della ragazza, rivedendo in lei probabilmente la sua stessa giovinezza e il suo essere libero da vincoli clientelistici e immorali. Questa donna diventa per lui un’amante assolutamente priva di qualsiasi atteggiamento servile, schietta e assolutamente innocente, tanto da indirizzarlo verso un nuovo modo di vedere la vita. Contro di lei tutto il mondo dei cortigiani dell’industriale, la cui morte improvvisa porrà fine alla vicenda. La Califfa tornata nel suo quartiere si troverà sola ma armata di una nuova coscienza, fiera di aver compiuto ciò che era nelle sue forze per contribuire al cambiamento di uno stato sociale, oltre che di un uomo. Un romanzo che racconta in modo realistico la verità sugli anni ’60, tra splendori e miserie all’interno del miracolo economico italiano, la cui notorietà è arrivata in particolar modo con la realizzazione dell’omonimo film, girato dallo stesso autore, con interpreti d’eccezione quali Romj Scheneider e Ugo Tognazzi.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La rilettura critica del romanzo, così come di buona parte dell’opera dell’autore, mette certo in evidenza – come sempre succede – le possibilità di influenza, di relzione, di riflessi inrelazione a grandi autori del passato, che facendo parte della nostra stessa storia della letteratira, non difficilmente arrivano ad essere ritrovati nellìopera dei contemporanei.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">
Infatti, non sembri così strano o azzardato il paragone proposto tra le due figure di Lucia Mondella (protagonista de I promessi sposi manzoniani) e la Califfa, Irene Corsini. Alla luce di un’attenta lettura del romanzo, credo di poter rilevare che molti sono gli spunti e i riferimenti manzoniani riscontrati, specie nella protaginista.<br />
Ma cosa può avere a che fare, cosa può avere in comune una slandra - termine emiliano per definire una sgualdrina - con la pura e soave Lucia? A ben guardare molto, soprattutto se pensiamo ai rispettivi caratteri, alla forza d’animo che le due protagoniste tirano spesso fuori con sè stesse e con gli altri, alla loro capacità di farsi portatrici di valori ed eroine di battaglie anche sociali, di trasformare l’animo di personaggi considerati impenetrabili, irraggiungibili, inattaccabili da alcunché di positivo, alla loro determinazione nel non cedere mai di fronte alla realtà. </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />Lucia ed Irene sono sempre al centro di forti contrasti interiori e di turbamenti profondi, e così come dietro i rossori, i tremori, i pianti ed i singhiozzi che caratterizzano Lucia pressoché in ogni circostanza, si cela una vitalità straordinaria, la stessa vitalità troviamo nella Califfa, certo a volte mostrata spavaldamente - magari, camminando per le vie del centro e sbattendo i tacchi sul marciapiede - ma altrettanto spesso celata, ricacciata in gola come il pianto nascosto sulla spalla della Viola, o nella mano che accarezza la lapide del figlio Attilio, o nel corpo che sfiora le tendine del suo appartamento di città. </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Così come ne I promessi sposi, Lucia è il cuore che batte più forte (che in certi momenti si sente solo battere il suo cuore), ed ella è tanto viva che agisce su tutti quelli che l’avvicinano, tanto da rappresentare la coscienza più retta, più delicata, che tiene forse in mano tutto il romanzo… così è il cuore di Irene che scandisce il romanzo La Califfa quando pulsa d’amore, di sofferenza, di solitudine come le prime notti in quella nuova casa, dove vive da slandra per il Doberdò, che il battito del suo cuore vibra all’unisono col suono della cornetta del telefono, poggiata sul letto, nel buio della notte, per sentirsi vicina al mondo esterno che la circonda; ed è lei che agisce su tutti quelli che l’avvicinano non solo per l’attrazione che provoca la sua bellezza esteriore, ma perché ha qualcosa dentro come uno slancio, una vibrazione che si raccoglie verso la vita, un eros innato che combatte in quell’eterna lotta con la morte; è lei la coscienza a dispetto di tutti, quella che ritroverà il Doberdò, ripensando alle proprie origini, ai propri ideali e lotte, che gli farà desiderare di ritornare ad essere se stesso… (Non fu forse Lucia, benché misera ed indifesa, ad esporre l’Innominato ad una serie di moti interiori - segno dello stato di crisi latente del personaggio - e a dargli la possibilità di redimersi, di ritornare alle origini?).<br />
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Certo l’energia che Lucia libera per far fronte alle avversità ed ai drammi strettamente personali, è collegata soprattutto alla fede, attraverso cui riesce a discernere quali siano le circostanze reali che bisogna accettare coraggiosamente, e quali siano gli aspetti della realtà sui quali intervenire attivamente, con un atteggiamento di esplicita rivolta… ma a Irene non manca la fede, a modo suo, con un moto suo proprio ella crede nella Provvidenza, ella spera - mai cessa di farlo, e la speranza non è pur fede? - che qualcosa succeda, che qualcuno l’aiuti a superare la morte del figlio, a ridare a Guido forza di ritrovarsi, a cambiare la sua condizione di slandra - nascosta agli occhi del mondo - in quella di figura che sorride e incede al braccio di Doberdò salutata da tutti… </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />Penso si possa dire che le due figure assumono in ogni momento di fragilità ancora maggiori forze interiori, che le rafforzano anche nei rispettivi profili esteriori, attribuendogli verità e realistica presenza, possibilità di riconoscere in loro figure vive, visibili: così Lucia per la sua caratterizzazione culturale, sociale, economica ed in prima analisi anche morale, si innesta senza attrito nel contesto della civiltà campagnola seicentesca; così Irene, allo stesso modo assurge a figura di crinale nel contesto della condizione femminile, anticipando di poco le lotte per l’emancipazione, sullo sfondo del mondo rurale che si trasforma in modo operaio e che inizierà a sua volta le lotte per le rivendicazioni di classe. </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Ma ancora, entrambe sono icone ideali, di istanze etiche e morali interiori fortissime, se pur contestualizzate nel relativo periodo storico e sotto l’impulso dei moti propri, religiosi o laici che siano, dei rispettivi autori: Lucia è un personaggio ideale, nel momento in cui diviene il personaggio del “dover essere”, figura che coincide perfettamente con quella risultante dal “progetto uomo” elaborato dal concilio di Trento, che Manzoni trasla su un profilo femminile, dando vita all’ideale cattolico di sposa cristiana, donna che, alla fine del percorso accidentato che ha dovuto compiere per ricongiungersi al suo uomo, dice comunque che anche i guai «la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore». Irene è un personaggio ideale, nel momento in cui, dopo aver perso tutto – o quasi - con la morte di Doberdò, tornata dalla Viola cerca con lei ancora quella speranza che l’aveva animata e, tornandole alla mente le parole di lui “l’importante è essere vivi!” capisce che “c’era una verità – al di fuori di lei e della Viola – che esigeva che loro fossero testimoni di quella miseria che le circondava.. ( )… La verità di essere presenti… ( ) perché il mondo possa cambiare, emergere dai suoi errori…” e capisce quella sera che il suo e quello della Viola “… era un unico attendere rivelazioni assai più grandi di quelle che avrebbero potuto offrirsi ai loro sentimenti di donne sole.”<br />
Bologna 18 settembre 2013<br />
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Alberto Bevilacqua</b> nasce a Parma nel 1934, muore il 9 settembre 2013. Nei primi anni Cinquanta inizia a pubblicare i suoi scritti sul supplemento letterario della «Gazzetta di Parma». Nel 1961 pubblica il libro di poesie L'amicizia perduta. Con il romanzo La califfa (1964) conosce il primo successo di pubblico, confermato anche dal successivo Questa specie d'amore, vincitore nel 1966 del premio Campiello. Di entrambi i romanzi lo stesso Bevilacqua cura la versione cinematografica, vincendo, con il secondo, il David di Donatello come miglior film. Il suo primo romanzo La polvere sull’erba (1955), apprezzato da Sciascia, ma non pubblicato all’epoca nel timore che provocasse uno scandalo, è riedito nel 2000. Lo scrittore è mancato il 9 settembre 2013.<br />
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Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-81709712943428381292013-11-30T18:42:00.001+01:002013-11-30T18:43:58.110+01:00"Papa Francesco - La carezza di un padre" di Maria Di Lorenzo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-ZwO745Of-sE/UpohU_Lq4OI/AAAAAAAAAu0/b5Qx3z6rk8U/s1600/PapaFrancesco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-ZwO745Of-sE/UpohU_Lq4OI/AAAAAAAAAu0/b5Qx3z6rk8U/s1600/PapaFrancesco.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: right;">
<b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Maria Di Lorenzo</b></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"></span><br />
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">“Papa Francesco – La carezza di un padre”</b></span></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">
<b><div style="text-align: right;">
<b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Edizioni dell’Immacolata Bologna</b></div>
<div style="text-align: right;">
<b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Pagg. 140 – Euro 12,00</b></div>
</b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
L’autrice, con stile semplice e brillante, ci racconta la vita e la spiritualità di Jorge Mario Bergoglio, oggi papa Francesco. Dalla nascita fino alla nomina pontificia, emerge il ritratto di un uomo che ha saputo accogliere la sua vita con umiltà e con altrettanta semplicità l’ha donata, a Dio e ai fratelli, vivendo una forte spiritualità mariana. Un viaggio ricco di umanità e di bellezza alla scoperta di un “padre” capace di trasmettere a ogni uomo il riflesso della carezza di Dio.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
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<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
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Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-75397653524273333682013-11-30T05:30:00.000+01:002013-11-30T05:30:00.034+01:00Ti stringo la mano mentre dormi di Elena Buia Rutt - Recensione di Caterina Camporesi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-IZc-jVphACs/Upgr0aR0hRI/AAAAAAAAAuY/IEU6W-hktEs/s1600/buia_ruttwsf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-IZc-jVphACs/Upgr0aR0hRI/AAAAAAAAAuY/IEU6W-hktEs/s1600/buia_ruttwsf.jpg" /></a></div>
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<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt;"><br /></span></i></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt;">La profondità va
nascosta.<br />
Dove? Alla superficie.</span></i><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 150%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Hugo von
Hofmannsthal</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> Con la breve raccolta Ti stringo la mano mentre dormi (2012) Elena Buia Rutt riesce a sorprendere per la capacità di dare sostanza poetica a una realtà che, giorno dopo giorno, avviluppa e plasma il cammino di tutti di noi nell’intricato mestiere del vivere. La famiglia, piccolo universo, chiamata a progettare e a modulare il ritmo della crescita fisica, psichica e simbolica tanto del gruppo nel suo insieme, quanto di quella dei singoli, si deve confrontare con la responsabilità di garantire un clima il più possibile fluido, sano e armonico. <br />
Le coordinate di spazio e tempo edificano le pareti del contenitore che accoglie, accompagna e sostiene l’avventura della crescita, che non può che affidarsi alla presenza e alla dinamica di tre speciali vincoli, tesi a coinvolgere i soggetti in relazioni d’amore, di animosità e di volontà di apprendimento.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Lo stile, che armonizza i testi della raccolta, genera in chi si affida al suo flusso la sensazione di farne parte e di beneficiare egli stesso della presenza del divino. <br />
Versi tersi, che nella loro semplicità scolpiscono immagini che lasciano intravedere la fatica, la bellezza, la spiritualità e la verità che circolano nel suo mondo familiare. Il desiderio di incarnare significati nei tanti elementi naturali e nell’avvicendarsi degli eventi sostiene il tentativo sempre in atto d’intrecciare l’umano con il divino. <br />
I testi ricreano il ritmo del fluire vitale, caotico e incessante che ogni giorno si crea. Sembra di vederlo il mondo familiare sempre in movimento alla ricerca di scambio, confronto e scontro in una atmosfera frenetica intervallata da viaggi e illuminata da lampi che squarciano il grigio e l’affanno sempre in agguato.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Nulla va perso nel cuore della poeta: il palloncino, che simbolizza la nonna, grazie allo spago che lo tiene legato al suo polso, può liberamente ondeggiare sino a sollevarsi verso le vette del cielo. L’oscillare del filo richiama il gioco del rocchetto, messo in atto dal nipotino di Freud che, per padroneggiare l’assenza della madre, pronuncia prima la parola fort (lontano) per farla sparire e poi la parola da (qui) per farla ricomparire. Così le parole fort e da costruiscono il primo momento per gestire attivamente e magicamente un’esperienza che senza l’immaginazione e la simbolizzazione si sarebbe dovuta subire passivamente. <br />
La magia della poesia, avendo il dono di ribattezzare il mondo , ha il potere di mantenere il legame con le cose nonostante l’assenza, come pure qualche volta ha il potere di donare agli eventi una vitalità superiore a quella della realtà.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
La raccolta obbliga ad una lettura attenta per non lasciarsi fuorviare dalla normalità della tematica, dalla limpidezza dei versi, dalla presenza di termini semplici e comuni, dalla folta presenza di elementi abituali e naturali. Soffermandosi, infatti, a lungo sui testi poetici, si ha la percezione che il loro significato non si esaurisca nell’interpretazione immediata ma che ognuno di essi custodisca contenuti stratificati.<br />
Valga, come esempio, il tartufo, una sostanza rara e preziosa, ma invisibile, per trovarla richiede fiuto, impegno, tenacia e soprattutto umiltà e fede.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Se la vita familiare è un cammino tortuoso in una selva di chiusure, silenzi, recriminazioni e confusione, ecco il miracolo dei boccioli di primavera che inaugurano rinascite, ecco il mango, che allieta la mensa , ecco il tronchetto della felicità e i fiori col gambo corto, e soprattutto ecco Dio che si apre sempre e comunque il suo spazio d’aria. L’amore e la vita rinascono di continuo e il funerale per il pesce rosso unisce madre e figli nel gravido ventre / della morte. <br />
Quando la sera cala nella casa arancione allora essa diventa il nido per i suoi dimoranti, per i sentimenti, i pensieri sparsi e dispersi lungo il giorno. Il sonno è finalmente il luogo dove ci si può abbandonare, sospendere la lotta e la fatica per regredire ed entrare nel sogno che tutto amalgama e rilancia.<br />
<br />
Elena Buia Rutt, Ti stringo la mano mentre dormi, prefazione di Antonio Spataro S.I. e postfazione di Claudio Damiani, fuorilinea, 2012, pp. 67, euro 13.<br />
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Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-83933414806663061552013-11-29T06:32:00.001+01:002013-11-29T06:33:41.437+01:00CONCORSO POETICO “ Katia Zattoni ‒ Come farfalle diventeremo immensità ”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-UuCztv0kfwM/Upgl_52xpJI/AAAAAAAAAuI/M6m6quh5nXc/s1600/loghi_concorso_Zattoni_Pagina_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-UuCztv0kfwM/Upgl_52xpJI/AAAAAAAAAuI/M6m6quh5nXc/s1600/loghi_concorso_Zattoni_Pagina_1.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"> Art. 1 Le Edizioni Fara, il “Davide e Guido – Insieme – Fibrosi Cistica Trust Onlus” bandiscono la I edizione del concorso poetico “KATIA ZATTONI – Come farfalle diventeremo immensità”.<br />
Tre le sezioni che dovranno attingere al tema della “Parola – Ascoltare il prossimo – Raccontiamoci”:<br />
<br />
sez. A – Poesia edita (massimo 50 versi) (per edita si intende una poesia pubblicata da qualsiasi editore su carta stampata. Non è richiesto lʼinvio di nessun libro cartaceo ma del solo testo della poesia che partecipa al concorso tramite email);<br />
sez. B - Poesia inedita (massimo 50 versi);<br />
sez. C – Poesia edita/inedita minori di 18 anni (massimo 50 versi);</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br /></span>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Art. 2 Le opere dovranno essere inviate entro il 20 gennaio 2014 direttamente allʼindirizzo elettronico comefarfalle@gmail.com in unico file. Per partecipare al concorso e allʼeventuale pubblicazione di alcune poesie scelte allʼinterno del Quotidiano CORRIERE ROMAGNA (con cadenza variabile secondo la partecipazione) allegate anche la LIBERATORIA scaricabile allʼindirizzo: http://www.davideeguidoinsiemefctrust.it/download-liberatoria-concorsi.html (ci sono due tipologie scaricabili: versione standard e versione per minori di 18 anni)<br />
<br />
Art. 3 Le opere inviate possono essere edite o inedite (comunque l'autore deve ancora detenerne i diritti; a tal fine l'autore deve dichiarare l'opera frutto della sua inventiva e di sua libera disponibilità).<br />
<br />
Art. 4 Non è richiesta tassa di lettura per ogni testo inviato.<br />
<br />
Art. 5 Il partecipante dovrà allegare o inserire nel messaggio di posta elettronica un breve curriculum vitae con dati anagrafici, indirizzo tradizionale, e-mail, recapiti telefonici.<br />
<br />
Art. 6 Premi. Il Premio (per la poesia edita e inedita) consiste nellʼinserimento dei testi prescelti nellʼAntologia dal titolo Come farfalle diventeremo immensità che sarà editata da Fara Editore con gli eventuali adattamenti grafico-editoriali che si riterranno necessari e un attestato di partecipazione. Gli autori scelti per la pubblicazione beneficeranno dello sconto speciale del 40% (+ spese di spedizione a parte) sulle copie che volessero eventualmente acquistare. Durante la premiazione ufficiale (vi verrà mandata email con data e luogo dellʼevento) saranno consegnati gli attestati di partecipazione ai selezionati.<br />
<br />
Art. 7 Ogni autore selezionato per la pubblicazione dovrà firmare un accordo di edizione che gli lascia la libera disponibilità della sua opera previa citazione dell'Edizione Fara. Non verrà dunque corrisposto alcun diritto d'autore.<br />
<br />
Art. 8 Il giudizio verrà operato insindacabilmente dai Curatori Guido Passini e Gabriele Graziani ed i giurati Roberto Turrinunti e Vincenzo DʼAlessio. I risultati saranno comunicati ai partecipanti via posta elettronica (v. Art. 10).<br />
<br />
Art. 9 Qualora si ritenesse non soddisfacente la quantità e/o la qualità delle opere pervenute, la pubblicazione premio potrà non aver luogo.<br />
<br />
Art. 10 I risultati verranno comunicati ai partecipanti e nel web presumibilmente entro il mese di febbraio 2014 (saranno pubblicizzati nel sito www.faraeditore.it, nei blog narrabilando e farapoesia, nella pagina di Facebook del curatore Guido Passini e nei siti della onlus sopracitata www.davideeguidoinsiemefctrust.it e altri da definire).<br />
<br />
Art. 11 La partecipazione al Concorso implica l'accettazione di tutte le norme indicate nel presente bando.<br />
<br />
Art. 12 Ai sensi della legge 96/675 i partecipanti al concorso consentono a Fara Editore, Corriere Romagna e ai curatori Guido Passini e Gabriele Graziani il trattamento dei dati personali e delle loro opere secondo quanto previsto dal presente bando. Resta inteso che potranno in ogni momento richiedere di essere cancellati dalla nostra banca dati.<br />
<br /><b>
LIBERATORIA</b><br />
<br />
<br />
Il/La sottoscritto/a ………………………… , nato/a a ………………………………… (provincia di ………..……) il<br />
<br />
………….…………, residente a …………………, in via … …………………….……………, cap ……..……, città<br />
……………..……………………, e-mail ……….….……………………., tel. …………………, cell. …….……… (di seguito indicato come l’ “Autore)<br />
<br /><b>
autorizza</b><br />
<br />
Corriere Romagna – Sezione Forlì, con sede legale in via Maroncelli n.3, 47121 Forlì (FC) a pubblicare l’opera intitolata: …….………………………………………………………………………………………………………..…………… (di seguito indicata come l’ “Opera”) all’interno del proprio quotidiano, qualora selezionata dai giurati.<br />
<br />
<br />
Edizioni Fara sas di Alessandro Ramberti e C. (di seguito indicato come l’ “Editore”), con sede operativa in via Covignano n. 165/B, 47923 – Rimini, tel. 0541-22596, info@faraeditore.it, a pubblicare l’opera (testo e/o immagine) intitolata: …….…………………………………………………………………………….....……………..…………… (di seguito indicata come l’ “Opera”) all’interno del volume “Katia Zattoni – Come farfalle diventeremo immensità” curato da Guido Passini e Gabriele Graziani (di seguito indicata come la “Pubblicazione”), qualora selezionata dai giurati.<br />
<br />
<br />
L’Autore dichiara di essere l'unico titolare di ogni e qualsiasi diritto relativo all'Opera in questione e che l'eventuale pubblicazione della stessa non sarà in alcun modo lesiva dei diritti di terzi. Eventuali danni causati dalla pubblicazione dell'Opera saranno, pertanto, ad esclusivo carico dell’Autore, con esonero dell'Editore da ogni responsabilità.<br />
L’Autore non percepirà alcun compenso per la pubblicazione dell’Opera e non avrà nulla a pretendere come diritto d’Autore, ma godrà del 40% di sconto sul prezzo di copertina (+ spese di spedizione) sulle copie della Pubblicazione che volesse acquistare. Restando titolare dei diritti, l’Autore è dunque libero di disporre della sua Opera come meglio crede (è gradita la menzione di questa Pubblicazione).<br />
Per consentire all’Editore di programmare una tiratura secondo necessità, il sottoscritto prenota n.<br />
<br />
………… della Pubblicazione. (terremo conto di tale numero solo se l’Opera sarà selezionata per il concorso) L’Editore potrà liberamente effettuare limature, editing e interventi grafico-editoriali che riterrà opportuni.<br />
Questo accordo è valido se firmato entro il 20-01-14.<br />
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Città ………….……………...........……… , li ……................………<br />
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<br />
In fede<br />
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……………………………..………………………<br />
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Fara Editore www.faraeditore.it info@faraeditore.it<br />
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</span></div>
Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-7593882547199284892013-11-27T06:52:00.001+01:002013-11-27T06:52:21.486+01:00TUTTI SIAMO L’ISOLA – EMERGENZA SARDEGNA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-fpKJSn0GGrU/UpWHQdfIVXI/AAAAAAAAAtw/JWghY9dKmyo/s1600/spurio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="http://1.bp.blogspot.com/-fpKJSn0GGrU/UpWHQdfIVXI/AAAAAAAAAtw/JWghY9dKmyo/s320/spurio.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"> Siamo rimasti tutti, come tutti, molto male per quanto è successo in Sardegna: un ennesimo "evento eccezionale" ha provocato nei giorni scorsi un'inondazione che è stata causa di lutti e danni materiali gravi. </span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
I primi sono irrimediabili e partecipiamo al dolore delle famiglie con tutto il rammarico comprensibile, ma per i secondi vorremmo poter portare il nostro piccolo contributo di aiuto e di sostegno a chi vive in una regione bellissima che accoglie generosamente molti di noi per le vacanze offrendo ospitalità in luoghi unici e suggestivi.</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Per questo motivo, l’Associazione Culturale TraccePerLaMeta in collaborazione con la rivista di letteratura “Euterpe” ha deciso di mettere a disposizione le sue capacità e la sua arte, per dare vita a una raccolta di testi a sfondo sociale e civile il cui ricavato di vendita sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana con causale "Emergenza Sardegna".</span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">La partecipazione a questa iniziativa è definita nelle modalità che seguono.</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Ogni poeta potrà inviare una sua poesia di carattere sociale o civile, edita o inedita sulla quale detiene la proprietà intellettuale a ogni titolo.</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
La poesia non dovrà superare i 30 versi e non dovrà presentare elementi di offesa alla morale, alla religione o riferimenti che denigrino il bene comune e siano forme di discriminazione (razziale, sessuale, religiosa, politica, etc).</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
E’ richiesto all’autore che parteciperà di inviare la poesia indicando la propria città, a testimonianza della coralità di partecipazione.</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Per partecipare è necessario inviare a info@tracceperlameta.org entro e non oltre il 7 dicembre 2013:</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
- la poesia</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">- la scheda dei dati compilata e firmata (http://www.tracceperlameta.org/modulo_partecipazione-emergenza_sardegna.doc )</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
- l’attestazione del pagamento di 20€ .</span><br />
<br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Non è richiesto ai partecipanti alcuna tassa di lettura. La cifra di 20 € è comprensiva del costo di stampa dell'antologia, della spedizione di una copia a casa e dell'offerta che raccoglieremo e invieremo alla CRI.</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Qualora si desiderino più copie per farne omaggio e sostenere ulteriormente l'iniziativa, ogni copia in più costerà 15 €. Nessun altro costo di spedizione sarà aggiunto.</span><br />
<br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
Il pagamento può essere fatto ricorrendo a queste modalità:</span><br />
<br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
a) Bonifico bancario</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
IBAN: IT-53-A-07601-10800-0010042176 08 - BIC (SWIFT): BPPIITRRXXX</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
INTESTAZIONE: Associazione Culturale TraccePerLaMeta</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
CAUSALE: Antologia "Tutti siamo l'isola" - Emergenza Sardegna</span><br />
<br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
b) Bollettino postale - C/C POSTALE: 001004217608</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
INTESTAZIONE: Associazione Culturale TraccePerLaMeta</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
CAUSALE: Antologia "Tutti siamo l'isola" - Emergenza Sardegna</span><br />
<br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
c) Paypal postmaster@tracceperlameta.org</span><br /><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;">
CAUSALE: Antologia "Tutti siamo l'isola" - Emergenza Sardegna</span><br />
<br /><div style="font-size: 12pt; line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Ovviamente l'acquisto dell'antologia è possibile per chiunque, anche non Autore, interessato a sostenere questo impegno. Il prezzo sarà di 20€ per la prima copia acquistata, per le successive il costo sarà di 15 €.</span></div>
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<span style="line-height: 24px;"><br /></span></div>
<span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">La Associazione invierà regolare newsletter contenente ogni aspetto economico dell'iniziativa provvedendo a documentare la cifra che, grazie alla vendita del libro, sarà devoluta alla CRI.</span></div>
</span>
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<span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">ANNA MARIA FOLCHINI STABILE – Presidente Associazione TraccePerLaMeta</span></div>
</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">LORENZO SPURIO – Responsabile PR Ass. e Direttore rivista “Euterpe”</span></div>
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<span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Info: </span></div>
</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">info@tracceperlameta.org </span></div>
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<br /></div>
<span style="font-size: 12pt; line-height: 150%;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 150%;">Evento FB</span></div>
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Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1273872031983984679.post-6009509042269238562013-11-24T21:34:00.001+01:002013-11-24T21:34:28.026+01:00L'autunno siciliano di una poetessa tedesca - Recensione di Anna maria Bonfiglio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-4bQDCTvO6F4/UpJhSUESnEI/AAAAAAAAAtg/zEIySJSbRAE/s1600/kaschnitz.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="http://4.bp.blogspot.com/-4bQDCTvO6F4/UpJhSUESnEI/AAAAAAAAAtg/zEIySJSbRAE/s400/kaschnitz.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Verso la seconda metà del Settecento si verificò in Sicilia un forte incremento di viaggiatori. L’Isola, che i compilatori cosmografici del Cinque e Seicento avevano descritto come terra selvaggia di miniere e caverne di zolfo, vive in quel periodo la stagione mitica della sua riscoperta, un’età felice che si concluderà nei primi anni del Novecento con il dissolvimento delle due ultime dinastie commerciali: i Florio e i Withaker. Fino a quel momento la Sicilia aveva ospitato nomi illustri di artisti, di scrittori e di regnanti. Numerosi e prestigiosi furono soprattutto i viaggiatori di lingua tedesca quali, solo per citarne alcuni, Goethe, Freud, Wagner. Quest’ultimo dimorò a lungo a Palermo dove, chiuso in una camera del raffinato Grand Hotel et des Palmes, che a lui ha intestato una delle sue grandi sale, completò il suo Parsifal. </span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;">Nell’autunno del 1951 arriva in Sicilia la scrittrice tedesca Marie Luise von Kaschnitz. L’Isola le si presenta nella realtà di un dopoguerra che la vede sì dilaniata dai bombardamenti, ma ancora custode di un passato di arte e di civiltà che nessuna guerra ha potuto cancellare. Da questa esperienza di viaggio nascono nove poesie che alla fine del secolo scorso sono state pubblicate dalle Edizioni della Battaglia con il titolo di “Autunno Siciliano” e con la traduzione di Maria Teresa Galluzzo e Fabio Oliveri. Nove poesie ciascuna delle quali ritrae e racconta alcuni dei luoghi dell’isola. </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
La silloge si apre con un testo che ne “disegna il profilo”: “Un’ala come dalla spalla d’una dea/della Vittoria.//Lo schizzo, una zolla di monti rocciosi/rimasta in piedi sotto il fulgore del sole,/mentre con alga e sabbia e moto dei pesci/il mare ricopre le dolci pianure.” Sei versi nei quali l’aspetto geografico viene delineato come da una esperta matita d’artista. E continua addentrandosi nei particolari attraverso una scelta semantica che ne esplora colori, contorni, riti, dominazioni: “Questa dalla terra ferma, questa dall’Africa/questa dalla Spagna,questa dal Peloponneso:/ecco le vie dei navigli dei conquistatori stranieri.” E più avanti: “Ora sollevate dal sentiero del giardino i ciottoli bianchi/a due, a tre. Non vi risplendono/simili a templi e duomi nella luce lunare?” Oltre l’annientamento bellico ecco risplendere le vestigia delle antiche civiltà che nulla riesce a cancellare: “Splendore e rovina, eterno conflitto.” </span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Dieci distici e un quadrisillabo finale raccontano Palermo in sequenza ossimorica: Palermo che luccica di chiese e gelsomini e Palermo di tanfo di morte e germogli color carne; Palermo “arcobaleno e nave arrugginita”, “tunica ridotta a polvere corona e spada”. Nessun’altra parola poteva dire meglio la duplicità di una contraddizione radicata nel tempo e nella storia.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
L’atmosfera autunnale induce la poetessa ad indagare la natura e le cose. Nelle gocce di pioggia respira l’arcobaleno, gli uomini sugli asini “cavalcano ai margini del cielo”, nelle capanne rurali si dialoga di pene antiche e miseria, ma infine il sole che “risucchia dal fango fattorie e vetri” risplende come “piccola luce rossa”. E via via tutto viene incluso nel dettato poetico: banditi e cattedrali, templi e miti, rovine e splendori, vivi e morti, una tassonomia in cui non si classificano generi e specie ma nella quale si riconosce il segno della potenza affabulatoria dell’autrice. La Sicilia che si presenta a Kaschnitz è luogo di miseria ma anche crocevia di luoghi e figure che, nel bene e nel male, hanno lasciato il segno: Agrigento, Siracusa, Selinunte; Pirandello, Aretusa, Empedocle. Ma anche il bandito “che ha concluso la sua vita come Gesù Cristo/per mano di un traditore”, nel quale ci è consentito individuare quel Salvatore Giuliano ucciso nel 1950. E’ la Sicilia che ancora e sempre vive nella contrapposizione, nel contrasto stridente, nell’antitesi, e che questi nove testi hanno consegnato ai lettori di due secoli quale prova illuminante di come la poesia possa rendersi anche documento storico.</span><br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 150%;"><br />
Marie Luise von Kaschnitz nacque nel 1901 a Karlsruhe ma ancora giovinetta si trasferì con la famiglia a Berlino. Nel 1925 sposò l’archeologo Guido von Kaschnitz-Weniberg e con lui nel 1941 si stabilì a Francoforte sul Meno che considerò sempre come la sua vera “patria”. Compì molti viaggi e soggiornò a lungo a Roma. Scrisse poesie, romanzi, saggi e biografie e conseguì diversi premi letterari. Morì a Roma nel 1974.<br />
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Ass. Culturale Le Madiehttp://www.blogger.com/profile/11761014386508798513noreply@blogger.com0