Undueundueundue… che so’ simpatici i miei piedi, si
alternano si rincorrono e … camminano. Camminare deve essere uno di quegli
automatismi che, una volta acquisito, non lo scordi più.
Oddio, qualche perplessità, all’inizio, l’avranno avuta:
il destro si sarà chiesto “e l’acceleratore?...”, il sinistro " mi sa
che oggi non si frena!”.
Intorno è strano, insolito. I colori sono gli stessi,
forse più marcati, il panorama è familiare. Tutto lo sconvolgente sta nel tornare a
cogliere il dettaglio: ho visto una specie di bubbone su una foglia, era una
coccinella, l’avevo lasciata in quella fiaba che raccontavo ai ragazzi, e come
brillano le fibrille di ragno, tra i rami, controluce. Dal finestrino dell’auto
- per lo più di un’auto come la mia, un asino da soma e sempre di fretta – la
visione è sommaria, tanto affettiva quanto scontata.
Incrocio persone e le guardo ad altezza d’uomo!!
Non le ricordavo così alte alcune, accartocciati in
quella macchina siamo tutti nani in braccio ad un sedile.
“Ciao!…”, non rispondo, sorrido e cerco il clacson - … un
attimo di smarrimento - mi volto di scatto e urlo ‘CIAO!’.
Mi passa accanto un tipo e accenna un sorriso, non lo
conosco, non lo ricambio e lui lo smorza subito. Ma chi è?...
Porca vacca, è il mio vicino di casa! Ci sarà rimasto
male... I miei piedi, ormai in piena coscienza delle loro facoltà primordiali,
hanno acquisito ritmo, ma non sanno più rallentare di botto, sono già lontana.
Ma anche lui però! Io lo conosco per una panda gialla e
un ciondolo di arbre magic, chi se la ricordava
la sua faccia, figurati il sorriso …
Sono a casa, infilo la chiave nella toppa. Che pomeriggio
curioso!
E dire che devo tutto a un pollo - mi mancavano i fuselli
per la cena -, e al figliolo che s’è fregato la mia macchina.
Domani … domani è venerdì: risotto ai frutti di
mare. Mi sa che mi manca il dado aglio/prezzemolo...
Da Il ciottolo
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